Maricetta Tirrito problema giovani. La sociologa su Cusano Italia tv è intervenuta a “Prisma” condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli ha parlato delle nuove perversioni dei giovani e quali potrebbero essere i modi per evitarle.

Maricetta Tirrito problema giovani: “il problema dei giovani è colpire la massa”

Come si curano le perversioni dei giovani:

“Basta pensare che nei minorenni è la stessa fascia di età che si dà appuntamento per picchiarsi o cominciano a fare uso di alcol e droghe leggere. È un momento sociale molto particolare per i nostri giovani e l’aggregazione di questi è sicuramente un pericolo. Presi singolarmente il lavoro sarebbe da fare sarebbe molto più semplice, secondo me è colpire la massa dei giovani, separarli nei momenti di esasperazione, questo potrebbe essere un inizio su cui poter lavorare.

I temi

In Italia, così come in altri paesi industrializzati, le giovani generazioni devono lottare contro tanti fattori che giorno per giorno rendono sempre più difficili le loro condizioni. Sono aumentate le minacce di suicidio e i comportamenti autolesivi, i disturbi del comportamento alimentare, i conflitti fra genitori e figli, i ragazzi che hanno deciso di ritirarsi dalla scuola e dalla vita sociale e tante altre manifestazioni di sofferenza psichica adolescenziale. Uno dei principali mali del nostro Millennio è la depressione, un fenomeno che qualche tempo fa era tipico della mezza età che adesso affligge, invece, soprattutto i ragazzi.
I problemi dei giovani riguardano soprattutto il consumo di droghe e bevande alcoliche, il bullismo, la disoccupazione e i disturbi alimentari.
È in corso una crisi mondiale della salute mentale, anche e soprattutto fra i giovanissimi: l’incidenza di depressione e ansia fra gli adolescenti è raddoppiata rispetto a prima della pandemia di Covid-19 e questo diffuso disagio mentale rischia di mettere una seria ipoteca sulla salute futura dei ragazzi.
Tra le cause anche che i ragazzi italiani studiano troppo, molto ma molto di più che in altri Paesi (il doppio che in Scandinavia), però “rendono” poco, piazzandosi solo al 34° posto (sotto la media Ocse) nel ranking mondiale della classifica Pisa.

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