Ha 42 anni ed è un italiano di origine russa. Nicolai Lilin giornalista, scrittore, divulgatore, si occupa di Russia praticamente da sempre. È diventato una delle voci del nostro paese, anche grazie alle sue analisi originali, che raccontano la guerra tra Russia e Ucraina. Parte del lavoro di divulgazione che svolge è rinvenibile sul suo canale YouTube.
Con lui siamo partiti dalle ultime notizie e, quindi, dal missile trovato in territorio polacco. La cui origine è stata attribuita all’Ucraina. Una tesi, questa, che Lilin ha sostenuto fin dal primo momento:
“Le notizie inerenti al conflitto non sempre vengono trattate in modo professionale. Spesso ci si lascia a conclusioni non del tutto vere che spingono, seppur in buona fede, alla propagazione di fake news. Sul missile: appena ho avuto visione delle prime foto ho subito spiegato che si trattava di un missile 5v55k che può essere sparato solo da un sistema s300 con cui sono armati gli ucraini. Non poteva essere russo quel missile per una questione logistica: ha un raggio di 60km ed i russi non potevano fisicamente arrivare così in profondità con quel mezzo. Le informazioni non vengono trattate in modo professionale e, vista la narrazione mediatica che si è creata, si è piombati nel terrore del conflitto nucleare. Sembrava di vivere i momenti di dottor Stranamore di Kubrick”.
La narrazione non la fanno solo i media, ma anche i leader. Zelensky, ad esempio, dice che quel missile non è ucraino…
“Zelensky non è un leader, ma un fantoccio politico messo dagli Usa. Svolge il suo ruolo e deve tenere l’Ucraina in guerra. Quindi è normale che dica queste cose che però non hanno rilevanza”.
E Putin, non porta avanti anche lui una sua narrazione?
“Persegue i suoi interessi. È un politico autoritario, non democratico, che vuole pulire la sua cerchia dall’influenza occidentale. Vuole compattare il paese intorno a lui e trasformare la dinamica civile in una dinamica di difesa dal mondo occidentale. In questa fase sta rappresentando sé stesso. Putin è criticabile su molte cose, ma è molto trasparente in quello che è: non si spaccia per democratico e lo dimostra”.
Sembra tu voglia dire che non ci sono né buoni né cattivi in questa faccenda…
“Se ci fossero buoni, in questa situazione, non si sarebbe scatenata alcuna guerra. Diciamo che in Ucraina c’erano tutti i pretesti storici per un conflitto. I paesi occidentali sono colpevoli in quello che è successo ma d’altronde, tra loro, c’è chi ha trovato giovamento dalla guerra. Per alcuni di loro è fondamentale”.
Per chi?
“Gli Stati Uniti d’America. Per loro la guerra è utilissima. Stiamo vivendo il crollo dell’euro e la presa di valore del dollaro e la guerra è partecipe di questo. Attraverso questa guerra gli Usa si stanno riaffermando come forza e stanno mettendo a nudo la debolezza dell’Unione Europea”.
Stai dicendo, quindi, che gli Usa non hanno interesse a perseguire un negoziato di pace?
“Potranno averlo nel momento in cui si troveranno in difficoltà a sostenere la guerra. Questo, in parte, sta già avvenendo. C’è una crisi delle munizioni: agli ucraini mancano sempre di più. Siamo in buco nero: i russi non hanno conquistato l’Ucraina e sulle loro linee si schianta un esercito che di ucraino ormai ha poco, parliamo di una commistione di soldati provenienti da tutto il mondo. L’occidente si trova davanti ad un pozzo senza fondo nel quale sta gettando enormi quantità di denaro senza avere un ritorno. Poi c’è un altro fattore…”.
Quale?
“Che in America stanno criticando sempre di più Zelensky e parlano della criticità della guerra. I generali americani stanno capendo che questa guerra l’Ucraina non la vincerà e non potranno mai risollevarsi da soli. Chi li aiuterà dopo la guerra? L’occidente è bravo a fornire armi ma dopo la guerra, vediamo cosa è accaduto in Afghanistan, non aiutano mai la società a ricostruirsi”.
E quindi il negoziato?
“Se gli Usa saranno in grado di portare l’Ucraina verso le trattative, come spero, si potrà arrivare al negoziato. Altrimenti vedremo la guerra continuare. L’Occidente è stanco di buttare soldi in ucraina, la Russia è un paese che è storicamente abituato al sacrificio quindi andranno avanti”.
E la Russia è pronta a negoziare?
“Loro sono pronti, lo hanno dimostrato con l’ultima ritirata dalla parte destra di Kherson. Questo è un segnale, forse frutto di trattative che si stanno svolgendo sottobanco. La Russia può accontentarsi di quello è che stato fatto e potrebbe passare al negoziato. Ma gli Usa? Loro hanno investito molto in Ucraina, hanno instillato la convinzione che la Russia si possa scacciare via. Ma non sta andando così e l’Ucraina è continuamente sotto attacco”.