Torna lo spettro del Covid in Giappone. Il Paese del Sol Levante si sta confrontando ufficialmente con l’ottava ondata del coronavirus, secondo quanto dichiarato dall’Associazione nazionale dei medici. Per due giorni di fila, tra martedì e mercoledì, i casi giornalieri di Covid-19 hanno superato quota 100mila a livello nazionale. Solo nell’affollata capitale Tokyo, dove vivono quasi 14 milioni di persone, sono oltre 10mila i malati: su base settimanale il rialzo nella capitale è del 24,7%.

Il Giappone è suddiviso in 47 prefetture, ossia delle divisioni territoriali di primo livello: in 46 di queste sono stati segnalati aumenti dei contagi. I decessi nelle ultime 24 ore si assestano a 87, per lo più pazienti anziani.

Il riacutizzarsi del virus arriva poco tempo dopo la decisione del governo giapponese di incentivare il turismo interno, con la rimozione di qualsiasi limite all’arrivo dei turisti stranieri.

Covid in Giappone, lo studio: da metà gennaio si potrebbe superare il picco dei 260mila casi giornalieri

Secondo uno studio del Nagoya Institute of Technology, condotto con l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, si prevede che a metà gennaio le infezioni in Giappone potrebbero superare il picco raggiunto in agosto, quando si registravano oltre 260mila casi giornalieri.

Particolarmente preoccupante la situazione nelle regioni più fredde, come la prefettura a nord di Hokkaido, dove si stima che i contagi cresceranno più velocemente per via dell’assenza di ventilazione nei locali al chiuso.

Covid, Pregliasco: “Bisogna essere preparati”

Con l’inverno alle porte bisogna tornare a stare in guardia per difendersi dal Covid. Lo ha ribadito Fabrizio Pregliasco, docente dell’Università Statale di Milano e direttore sanitario dell’Irccs Ospedale Galeazzi-Sant’Ambrogio del capoluogo lombardo. Niente allarmismi, ma solo buonsenso: la pandemia non è svanita nel nulla.

Le risalite ci sono, le curve ci mostrano che ci sarà un’onda, non un’ondata, e che non sarà pesante. Ma bisogna essere preparati. E con l’influenza stagionale non sarà facile distinguere tra le due patologie. Il desiderio di tornare alla vita normale e una certa rilassatezza nella percezione del pericolo epidemico, sono senz’altro due dei fattori che hanno inciso.

Leggi anche: Covid, dal Cnr un nuovo test per identificare gli anticorpi neutralizzanti