J-Ax e Fedez, la Fake News sull’arresto per possesso di cocaina, manda l’autore a processo. Il 39enne, Leonardo Piastrella, è l’autore umbro che nel 2017 pubblicò la bufala sull’arresto dei due rapper per possesso di droga. Il gip (giudice per le indagini preliminari) di Milano chiede alla Procura di rinviarlo a processo.
J-Ax e Fedez, la Fake News sull’arresto per possesso di cocaina, manda l’autore a processo
L’8 aprile del 2017, sul sito rollingstone.live, si legge lo scandalo che J-Ax e Fedez vengono scoperti con 28 grammi di cocaina nella macchina. Nell’articolo, Leonardo Piastrella, non tralascia nessun dettaglio, raccontando dell’inseguimento contromano in via Montenapoleone, terminando con il ritrovamento della cocaina nella macchina con cui i due rapper stavano fuggendo. Purtroppo, però, si trattava tutto del frutto dell’immaginazione dell’autore la cui storia era diventata subito tra le più cliccate del web, tanto che J-Ax e Fedez dovettero smentire pubblicamente la notizia, con la consequente querela per Leonardo Piastrella.
Il re della bufala social italiana
La fama di Leonardo Piastrella lo precede: il suo essere conosciuto come “il re della bufala social italiana” gli fu d’aiuto durante la decisione presa dal pm, il quale affermò che anche se il reato era “oggettivamente configurabile”, l’imputato aveva semplicemente esercitato il suo diritto di fare “controinformazione” con il solo scopo di fare gossip. Per di più, la sua fama non lo rendeva credibile, avendo già precedentemente firmato innumerevoli Fake News. Il pm chiese, così, l’archiviazione del caso.
La disinformazione non può essere lecita
La risposta degli avvocati di J-Ax e Fedez fu chiara: “la disinformazione non può essere lecita”, opponendosi alla proposta di archiviazione del caso. Appellarono, inoltre, le numerose iniziative intraprese in Italia e in Europa contro la diffusione delle Fake News le quali “possono influenzare le opinioni, le scelte e le tendenze di una considerevole quantità di persone”. Pensiero in cui si rispecchia anche il gip di Milano il quale prescrive un’ordinanza in cui dà 10 giorni alla Procura per formulare l’imputazione.
Diffamazione aggravata a mezzo stampa
Massimo Baraldo, il gip di Mialno, sostiene la sua tesi affermando che le bufale che danneggiano la reputazione altrui non possono essere considerate un diritto. L’onore di una persona è uno dei diritti fondamentali dell’uomo e anche se una Fake News viene smentita, tale diritto potrebbe rimanere leso da essa.
Inoltre, il gip dichiara che non si può parlare nemmeno di controinformazione, in quanto non vi erano notizie da replicare.
Pertanto, impone alla procura di portare Leonardo Piastrella a processo per diffamazione aggravata a mezzo stampa.
Giulia Sacchi