Solo rimandato l’ aumento del tetto al contante a 5mila euro. La nuova norma, annunciata dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso 10 novembre e sparita nell’ultima bozza del decreto Aiuti quater, sarà inserita nella prossima manovra, come assicurato da fonti interne alla Lega.
Il nuovo tetto al contante a 5.000 euro non compare più nell’ultima bozza del dl Aiuti quater, ma la Lega assicura che sarà nella prossima manovra.
L’ aumento del tetto al contante per gli italiani, insomma, entrerà in vigore a partire dal nuovo anno, dal 1° gennaio 2023. Può dunque esultare il partito di Matteo Salvini, che inizialmente aveva chiesto una soglia anche più alta, di 10mila euro.
Stop ad aumento del tetto al contante, le ragioni del rinvio
Il provvedimento è uscito dal dl Aiuti quater per la mancanza dei requisiti d’urgenza previsti per incorporare la norma in un decreto legge. Nessuna bocciatura definitiva: come annunciato dalla Lega, la norma potrà essere riproposta già nella prossima legge di Bilancio, la cui discussione è in programma la prossima settimana, probabilmente già lunedì 21 novembre.
L’innalzamento da 1000 a 5000 euro era indicato all’articolo 6 dell’ultima bozza, entrata in Consiglio dei ministri il 10 novembre.
All’articolo 49 del decreto legislativo 21 novembre 2007, n. 231 sono apportate le seguenti modificazioni: (…) al comma 3-bis, secondo periodo, le parole ‘1.000 euro’ sono sostituite dalle seguenti: ‘5.000 euro’.
Poco cambierà per i cittadini. Se fosse rientrata nell’Aiuti quater, infatti, la previsione sarebbe comunque entrata in vigore a partire dal 1° gennaio 2023: lo stesso varrà con la manovra di Bilancio che, approvata entro il 31 dicembre, sarà in vigore a decorrere dal nuovo anno.
Una norma che è destinata ancora a far discutere, soprattutto visti i risultati dello studio di Bankitalia, che ha mostrato come un precedente innalzamento del tetto operato dal governo Renzi nel 2016 – che aveva portato la soglia da mille a 3mila euro – avesse provocato un aumento dell’evasione fiscale.