Soumahoro, coop nel mirino dei carabinieri. Sono in corso accertamenti dopo la denuncia del sindacato Uiltucs che ha presentato un esposto su presunte irregolarità nei pagamenti e nei contratti stipulati con alcuni migranti impiegati in due cooperative gestite dalla moglie e dalla suocera del deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Aboubakar Soumahoro.
Soumahoro, coop nel mirino dei carabinieri
Progetti, tra gli altri, finanziati anche dalla Prefettura di Latina. Al vaglio dei militari dell’Arma e della procura di Latina ci sarebbero alcuni documenti trovati all’esterno della sede di una delle cooperative mentre era in corso un trasloco. Verifiche, anche in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, sugli incartamenti.
Soumahoro cooperative moglie
La Repubblica, edizione romana, scrive che una trentina di lavoratori delle due coop sostengono di non ricevere lo stipendio da due anni e di essere costretti a lavorare in nero. Secondo i lavoratori sono stati disattesi anche gli accordi raggiunti davanti all’Ispettorato del Lavoro. Alcuni di loro hanno denunciato di aver ricevuto una richiesta di fatture false per poter essere pagati. Nel frattempo gli investigatori hanno acquisito diversi documenti, tra cui gli screenshot delle chat tra i vertici e alcuni lavoratori.
La Repubblica riporta la testimonianza di una presunta vittima, Nader, un minorenne ospite delle strutture di Latina dalle coop di Soumahoro:
“L’elettricità e l’acqua sono state tagliate per molto tempo. Non c’è cibo né ci sono vestiti. Stavamo lavorando e poi ci hanno spostato in un posto a Napoli peggiore del primo e tutti quelli che lavorano qui sono razzisti”.
Denunce confermate anche da Ziyad, 16 anni:
“Il cibo non era buono e non c’era acqua né elettricità. Dopo tutto questo hanno chiuso a chiave questa casa perché non c’erano soldi”.