Sul mondo dello spettacolo incide ancora l’emergenza Covid-19, è quello che emerge dalla fotografia annuale e un all’arme da SIAE. La pandemia ha impattato in maniera importante su un mondo, che ha vissuto in questi tre anni un’estrema crisi con i principali luoghi d’intrattenimento chiusi o limitati negli accessi. Tante sono state le manifestazioni di protesta per i lavoratori dello spettacolo come ad esempio quella dei bauli in piazza. Ora lo spettro della pandemia torna a preoccupare.
I dati relativi all’allarme SIAE
Gli spettatori da dati SIAE sono crollati del 72% e la spesa media addirittura del 78%. Analizzando più nello specifico i dati, nel triennio 2019-2021 i dati statistici sono impietosi. Il settore più in difficoltà è soprattutto il cinema con un -12%, seguito dal teatro, con -9% la stessa percentuale di perdita accusata dai locali che offrono intrattenimento musicale. Buio totale, invece, per le discoteche penalizzate dalle chiusure drastiche imposte dal governo, con un -56 %.
Arrivano le prime rassicurazioni
Notizie positive però arrivano nell’ultimo anno dove secondo una classifica di spesa: su un totale di 870 milioni, 177 che corrispondono al 20,4% sono andati al cinema che rimane il settore dello spettacolo per cui spendono di più. Arrivano buone notizie di ripartenza però anche dal mondo della musica. I concerti di musica pop-leggera, sono un settore che tra il 2020 e il 2021 ha fatto un balzo in avanti, per quanto riguarda gli spettatori, del 113%. Dato figlio anche della voglia di ripartenza post pandemica.
Le prime dichiarazioni sull’allarme della SIAE
Il presidente onorario Mogol avverte: “La sfida ora è cogliere tutte le opportunità del cambiamento. Serve ora una visione sistemica e un’idea di sviluppo condivisa per attivare una vera ripartenza, ma anche un’attenzione particolare ai lavori creativi e alle loro esigenze“.
E se è vero che nei primi sei mesi del 2022 si fanno strada segnali confortanti di ripresa dei consumi, ma il 2019 rimane ancora terribilmente lontano.