Mostra Divina commedia di Dalì: Dal 26 novembre 2022 fino al 5 febbraio 2023, a Sarzana, alla Fortezza Firmafede viene ospitata una nuova, importante mostra, dopo il successo di Banksy e Obey: si tratta del percorso “Salvador Dalì. Dante e il viaggio del Genio”, promosso dal Comune di Sarzana, organizzata da Comediarting e curata da Gina Ingrassia.
Cento xilografie a colori raccontano e reinterpretano la Divina Commedia, mettendo a contatto due geni come Salvador Dalì e Dante Alighieri: il legame di Dalì con l’Italia è forte e la cultura del Bel Paese, da lui spesso visitato e attraversato, è stata fonte di ispirazione per molte sue opere.
La mostra, dunque, si pone l’obiettivo di far toccare la prospettiva di due personaggi lontani nel tempo, ma vicini nell’interpretazione di un mondo che sconfina nella metafisica e che crea scorci visionari, destinati a rimanere immortali.
Mostra Divina commedia di Dalì: la storia delle xilografie
Mostra Divina commedia di Dalì: Nel 1950, per celebrare l’ormai prossimo settecentesimo anniversario di nascita del Sommo Poeta, l’Istituto Poligrafico dello Stato, sotto l’egida del governo italiano, commissionò a Salvador Dalì alcune illustrazioni della Divina Commedia.
Dalì vi lavorò per nove anni, dando vita a 100 acquerelli, che nel 1960 furono esposti a Parigi, nel Musée Galliera. L’opera originaria, per come era stata pensata, non fu mai esposta, perché erano sorte delle polemiche circa il fatto che non dovesse essere uno straniero a celebrare il genio di Dante, ma un altro italiano.
Nel 1962, però, l’editore fiorentino Mario Salani pensò ad un’edizione della Commedia in sei volumi (due per ogni cantica), che fosse corredata dalle illustrazioni di Dalì, che furono trasposte in xilografie: furono necessari, per l’operazione, 3000 legni e fino a 35 colori per ogni tavola. Collaborarono all’impresa dei professionisti del settore: Raymond Jacquet, Giovanni Mardersteig, con il supporto delle cartiere Enrico Magnani di Pescia e le Cartiere francesi di Rives. La supervisione al progetto fu di un esimio professore italiano, ovvero Giovanni Nencioni.
Il progetto di Dalì prevedeva un’illustrazione a canto ed è caratterizzato dalla forza immaginifica del pittore, il quale non recupera una corrispondenza specifica tra canti e disegni, ma si muove con la sua cifra personalizzata: il lavoro di Dalì con la Divina Commedia è ancora oggetto di studio ed è emerso che sembra probabile che il grande artista abbia deciso di includere all’interno delle sue tavole quei personaggi e quei simboli che erano vicini alla sua vita personale e privata, nonché immagini che fossero già presenti all’interno del suo repertorio artistico.
Il risultato non può che essere un viaggio speciale all’interno della psiche dell’artista, che si mette a nudo dinnanzi al capolavoro che deve rileggere e reinterpretare: è un viaggio parallelo, in cui Dalì deve confrontarsi con se stesso e con l’opera del Sommo Poeta.
Per guidare il pubblico attraverso la mostra, sono state inserite le corrispondenze tra immagine e canto elaborate dallo studioso tedesco Wolfgang Everling.
Le dichiarazioni del sindaco di Sarzana
Il sindaco di Sarzana, Cristina Ponzanelli, si mostra entusiasta della mostra e rilascia queste dichiarazioni al riguardo:
“Abbiamo pensato a Sarzana come a una grande Città di cultura, capace di ospitare ogni anno grandi Mostre di livello nazionale e internazionale e abbiamo realizzato questa ambizione. Grandi artisti come Banksy e Obey sono un omaggio alla contemporaneità di Sarzana, riscoprire Gian Carozzi o Piero Colombani un omaggio alla sua storia. La Mostra di Salvador Dalì rappresenta insieme l’orgoglio di proporre a Sarzana un artista globale come il Maestro surrealista spagnolo e l’orgoglio della nostra identità sarzanese, con un racconto di Dante Alighieri che ha mosso i suoi passi nella nostra Città. Sarà una mostra anche didattica, per offrire ai ragazzi delle nostre scuole lo studio di due artisti assoluti che si incrociano a Sarzana. “