Nel mondo il numero di suicidi di adolescenti è aumentato in modo esponenziale: quasi 46.000 adolescenti si tolgono la vita ogni anno. Più di uno ogni 11 minuti. È quanto si legge netta nota pubblicata da Unicef Italia in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza del 20 novembre. 

Aumentano i suicidi di adolescenti, i dati dell’Unicef

Tra gli adolescenti di età compresa fra i 10 e i 19 anni, il 28% si sente “ottimista”, il 12% “triste”, il 14% “preoccupato”, il 14% “angosciato” ed il 10% “frustrato”. Fra le circostanze che causano apprensione le difficoltà economiche personali o della famiglia (17%), il senso di isolamento (19%), la distanza dalla famiglia e dagli affetti (8%), i litigi e tensioni all’interno della famiglia (7%). 

Il 41% degli adolescenti afferma di non aver richiesto aiuto a nessuno, il 22% di aver cercato aiuto da coetanei ed amici e l’11% ai familiari. L’11% dichiara di essersi rivolto presso psicologi presenti nelle scuole e nelle comunità ed il 7% presso i servizi sociali e sanitari.

Fra le ragioni per non aver richiesto aiuto, il 22% afferma di non ritenerlo necessario, il 10% di non sapere a chi rivolgersi, il 10% di temere di richiedere aiuto e l’8% di avere timore del giudizio negativo degli altri.

Serve maggiore informazione nelle scuole

L’indagine rivela anche che gli adolescenti vorrebbero sentire parlare più spesso di salute mentale e benessere psicosociale dalle istituzioni (34%), dalle scuole (31%), dai familiari (7%) e dai media (7%)

Quasi la metà di tutte le problematiche legate alla salute mentale inizia entro i 14 anni di età e il 75% di tutte le problematiche legate alla salute mentale si sviluppano entro i 24 anni, ma la maggior parte dei casi non viene individuata e non viene presa in carico. 

L’inefficacia dei servizi territoriali

Nonostante l’elevata prevalenza di problemi di salute mentale fra gli adolescenti, nel nostro paese i servizi di prevenzione e cura rimangono inadeguati. Prima della pandemia, nel 2019, solo 30 su 100 persone minorenni con un disturbo neuropsichico riuscivano ad accedere ad un servizio territoriale specialistico e solo 15 su 100 riuscivano ad avere risposte terapeutico-riabilitative appropriate.

Gli effetti della pandemia 

Gli effetti della pandemia da Covid-19 hanno peggiorato la situazione. In Italia, prima della pandemia, la prevalenza dei problemi di salute mentale si collocava intorno al 18-20% della popolazione, ovvero tra 1.800.000 e i 2 milioni di persone minorenni.

Nel 2019, si stimava che il 16,6% dei ragazzi e delle ragazze fra i 10 e i 19 anni, circa 956.000, soffrissero di problemi di salute mentale, con una prevalenza in questa fascia d’età maggiore nelle ragazze (17,2%, pari a 478.554) rispetto ai ragazzi (16,1%, pari a 477.518) e con una incidenza in aumento con l’età.