È diventata il simbolo delle proteste iraniane, la foto del bacio di Shiraz. Un ragazzo e una ragazza si tengono per mano in una strada trafficata: lei senza velo, il volto immerso in quello di lui per un bacio proibito, nella notte. È l’immagine diventata virale sul web che racconta la voglia di libertà dei giovani iraniani, principali protagonisti delle rivolte contro il governo di Teheran degli ultimi mesi. Non si conosce l’autore, né i protagonisti, perché dichiararsi significherebbe rischiare l’arresto o addirittura la morte; ma, secondo alcuni utenti, la foto sarebbe stata scattata martedì sera a Shiraz, lungo il viale Moali Abad, dove erano in corso nuove manifestazioni convocate per l’anniversario del Bloody Aban, come lo chiamano gli iraniani, il “novembre di sangue” del 2019, quando più di mille persone furono uccise nel corso di alcune proteste contro l’aumento del prezzo del carburante.

Il bacio di Shiraz rappresenta il “senso della rivoluzione iraniana”

Il bacio di Shiraz è “il senso della nostra rivoluzione”, ha scritto sui social una ragazza di origini iraniane di 22 anni. È rivoluzionario perché è proibito – come lo sono molte altre cose in Iran -, contrario alle leggi della morale imposte dallo Stato, in cui a governare sono gli islamici oltranzisti. E poi è a Shiraz, una delle città più liberali del Paese e tra le più attive nelle proteste degli ultimi mesi, che hanno visto migliaia di persone scendere in piazza per scagliarsi contro il governo di Teheran e chiedere libertà politiche e civili e un sistema democratico dopo l’uccisione di una giovane di 22 anni, Mahsa Amini, ritenuta colpevole dalla polizia morale per non aver indossato correttamente il velo, lasciando intravedere una ciocca di capelli.

Più di 334 persone, nel frattempo, sono morte, tra cui anche 40 poliziotti e oltre 14mila sono state arrestate, in una repressione dura e senza freni che, pochi giorni fa, ha portato anche alla prima condanna a morte ufficiale legata alle proteste. Nonostante ciò, la rivoluzione continua: sono i giovani, soprattutto, a portarla avanti, in modo non violento. Come i due che, tenendosi per mano nella notte di Shiraz, hanno deciso di baciarsi in pubblico in una via trafficata, rischiando di essere arrestati e diventando un simbolo. Nei primi giorni di proteste era stato un cantante iraniano, Shervin Hajipour, a dare voce attraverso la musica alle rivendicazioni dei manifestanti. La sua canzone si chiama “Baraye”, che vuol dire “Per”  e spiega per quali motivi tanti ragazzi e ragazze stanno sfidando da settimane la repressione, rischiando anche la morte: “per ballare nei vicoli, per il terrore quando ci si bacia, per il rimpianto di vivere una vita ordinaria” e, soprattutto, per la libertà.

“Magari si potesse fermare tutto in uno scatto”, scrive un’utente su Instagram. Così il bacio di Shiraz, diventato in poche ore un vero e proprio manifesto politico, l’immagine dello slogan delle proteste: “Donna, vita, libertà!”, potrebbe cancellare, per un attimo, tutto il resto. Intanto molti iraniani stanno condividendo la foto accompagnandola con dei versi di poesia. Una di queste, “Orizzonte luminoso”, scritta dal persiano Ahmad Shamlou, recita: “Quel giorno – quando ogni labbro sarà una canzone, il bacio sarà il nostro inno“. È una storia vera per molti.