Giornata Mondiale della Prematurità 2022: quando la nascita non è una cosa facile. Nel mondo si contano ad oggi 8 miliardi di persone, sono migliaia i bambini che nascono ogni giorno nel nostro Pianeta ma, la vita di molti di questi neonati è già in salita da quando intravedono la prima luce. Luce che per loro vuol dire speranza, di vita, di stare bene e così soprattutto per i genitori di questi neonati che purtroppo affronteranno un periodo difficile vedendo molto spesso il loro figlio trascorrere giorni e, per alcuni anche mesi, in terapia intensiva neonatale.

Che cosa vuol dire nascere prematuramente

Giornata Mondiale della Prematurità 2022: evento riconosciuto dal Parlamento Europeo grazie all’impegno della European Foundation for the Care of Newborn Infants (EFCNI) ed istituita per richiamare l’attenzione sui temi riguardanti la prematurità, ci celebra ogni anno il 17 novembre. Ma cosa vuol dire nasce prima del termine? La gestazione “a termine” è quella che avviene dalla 37esima settimana in poi, fino alla 41esima settimana che è il termine ultimo solitamente per far nascere un bambino. Nascere “prematuri” e quindi prima del tempo, vuol dire proprio nascere prima della 37esima settimana di gestazione: si considerano prematuri tutti quei bambini che solitamente vengono al mondo intorno alla 34esima anche se ci sono vari livelli di prematurità, come hanno spiegato molti studiosi. Più è precoce la prematurità, maggiore è la criticità del neonato alla momento nascita, durante il decorso della degenza e la probabilità di una nascita non favorevole per il bambino. Per questo motivo, i parti pretermine se inferiori alle 34 settimane vengono indirizzati in centri di riferimento individuati dalla Regione dotati di terapia intensiva neonatale e sub intensiva.

I dati in Italia

In Italia i bambini nati prima della 37esima settimana sono circa il 7% del totale delle nascite annue quindi il numero si aggira intorno ai 30mila bambini anche se sotto pandemia il dato è aumentato di qualche unità a causa di molte mamme che hanno contratto il Covid19 in gravidanza e sono state costrette a partorire prima del termine: di questi, uno su cento nasce addirittura prima della 32esima settimana e sono chiamati “grandi prematuri” in quanto il loro corpo, solitamente di peso inferiore ai 2 chili, non è ancora pronto alla vita fuori dall’utero materno e quindi necessitano di attenzioni e cure maggiori e intensive che possono portare il bambino a rimanere in ospedale sotto controllo addirittura per qualche mese.