Giovanni Malagò, il presidente del Coni, è finito al centro di un polverone dopo un intercettazione shock fatta dalla Guardia di Finanza. Da quanto emerge dai trascritti, infatti, lo stesso presidente avrebbe accusato i numeri uno dei club di Serie A di essere dei delinquenti veri. Il tutto è venuto fuori nell’ambito dell’inchiesta sulla presunta tangente pagata per l’assegnazione dei diritti televisivi, che rischia ora di creare vero e proprio imbarazzo per tutto lo sport italiano.

L’intercettazione shock di Giovanni Malagò

Come ha detto Greco (Francesco, ex procuratore capo di Milano, ndr) è un’organizzazione di diritto privato, perché altrimenti li arrestavano tutti perché li avevano trovati colpevoli di corruzione sei anni fa con noi“, inizia così la telefona in questione. A parlare, ovviamente, è lo stesso presidente del Coni, che subito dopo non le manda a dire a nessuno, entrando nel dettaglio dei singoli dirigenti.

Preziosi? Un vero pregiudicato“. Il presidente della Lazio, Claudio Lotito? Il capo. “E i nostri amici, Juventus e Roma, sono colpevoli quanto lui. Perché alla fine o per un motivo o per un altro, hanno rinunciato a lottare o lo hanno assecondato e sono diventato complici delle sue avventure“. E’ questo quanto riporta da ‘La Repubblica‘ che lancia un’accusa gravissima proprio nei confronti di Malagò, il cui telefono era finito sotto indagine della Guardia di Finanza per l’inchiesta sulla presunta tangente pagata per l’assegnazione dei diritti televisivi.

Repubblica riporta inoltre il contenuto una telefonata tra Malagò e un manager di Sky che, all’epoca, non aveva alcun incarico operativo in Italia. Tutto nasce da una notizia riportata quella mattina dai giornali secondo la quale la Procura di Milano ha indagato Malagò per falso: “Il numero uno del Coni era presidente-commissario dell’assemblea della Lega Calcio di Serie A con la quale il 19 marzo 2018 le 20 squadre elessero neopresidente per acclamazione il numero 1 di Banca Imi, Gaetano Micciché. E, secondo l’impostazione della Procura, aveva falsificato i verbali“.

Un polverone che rischia di avere forti ripercussioni su tutto il mondo dello sport italiano e che sicuramente non fa bene al movimento.