Al termine della riunione degli ambasciatori del Consiglio Atlantico il segretario della Nato Jens Stoltenberg ha fatto il punto sulla delicata vicenda relativa alla caduta dei missili S-300 in Polonia.

Il leader dell’Alleanza Atlantica sottolinea sia che “non si è trattato di un attacco deliberato alla Polonia” sia che “la Russia non sta pianificando attacchi contro la Nato“. In breve, un “incidente della Difesa ucraina” che tuttavia non può essere colpevolizzata in quanto sotto pressione dagli attacchi russi in corso da quasi nove mesi.

Missili in Polonia, la Nato non istituirà una no-fly zone

Cercando dunque di ridurre l’impatto mediatico dei missili caduti in Polonia, la Nato tenta di evidenziare alcuni aspetti di questa spiacevole tragedia costata la vita a due persone.

Per Stoltenberg quanto accaduto a pochi chilometri dal confine ucraino-polacco è “la dimostrazione che la guerra di Putin crea situazioni pericolose e che pertanto debba fermare questa assurda guerra“. Successivamente, in merito all’applicazione dell’art.4 del Trattato da parte della Polonia, il segretario atlantista ha spiegato che “l’imperativo è mantenere il controllo e agire in modo calmo ma fermo”.

Da Bali, dove si sta concludendo il G20, anche il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha commentato la vicenda precisando che la ricostruzione dei fatti “cambia di molto poco la sostanza” e che “c’è stata una riunione con gli alleati da cui è scaturita una posizione chiara”. Tutto ciò avviene mentre l’Occidente ha ottenuto nero su bianco la consacrazione dell’aggressione russa, ma Mosca non pare disposta a ignorare le accuse rivelatesi poi infondate. Se il portavoce Peskov ha parlato di “provocazione”, il vicepresidente del Consiglio di Sicurezza Medvedev ha parlato di “guerra ibrida” che può sfociare in una “guerra mondiale” unicamente voluta dall’Occidente.

Intorno a mezzogiorno la Polonia ha convocato una riunione straordinaria del proprio Consiglio di Sicurezza, mentre all’esterno si rincorrevano le voci che facevano chiarezza sull’accaduto. Da Varsavia, lo stesso premier polacco Andrzej Duda è il primo a stemperare la tensione parlando di “sfortunato incidente “ e di mancanza di prove circostanziali che testimonino la presenza di un “attacco deliberato” al Paese.