Il 16 Novembre di ogni anno si celebra la “Giornata Internazionale della Tolleranza”. Istituita nel 1996 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha lo scopo di ispirare e diffondere il principio della tolleranza come valore alla base dei diritti umani universali e delle libertà fondamentali.

Nel 1995, di fronte ai conflitti etnici e culturali in Africa, nei Balcani e nel Caucaso, che portarono ai genocidi di Bosnia e Ruanda, l’Organizzazione delle Nazioni Unite dichiarò il primo “Anno per la Tolleranza”.

Attorno alla fine del ’95, gli Stati Membri dell’UNESCO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, adottarono la “Dichiarazione dei Principi sulla Tolleranza”, riprendendo, tra gli altri, alcuni dei valori fondamentali della “Dichiarazione universale dei diritti umani” del 1948.

Ad un anno di distanza, nel 1996, l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite dichiarò ufficialmente la giornata del 16 Novembre come “Giornata Internazionale per la Tolleranza” attraverso l’adozione della risoluzione 51/95.

Giornata Internazionale della Tolleranza: il premio per la tolleranza e non violenza

Il 1995 rappresentò anche il centoventicinquesimo anniversario della nascita del Mahatma Gandhi ed in tale occasione, l’UNESCO diede vita al “UNESCO-Madanjeet Singh Prize for the Promotion of Tolerance and Non-Violence”.

Il riconoscimento, intitolato al diplomatico indiano che fu particolarmente dedito alla causa della pace nel corso della sua vita, è ispirato agli ideali della Costituzione dell’UNESCO, secondo cui “la pace, per non fallire, deve essere fondata sulla solidarietà intellettuale e morale dell’umanità“.

Il premio viene conferito ogni due anni a persone, istituzioni e organizzazioni, che abbiano contribuito in maniera significativa alla promozione della tolleranza e della non violenza, tramite attività in campo scientifico, artistico, culturale, o comunicativo, o alle famiglie di intellettuali vittime dell’intolleranza.

Nel 2020 il premio è stato riconosciuto al “Centre Résolution Conflits” nella Repubblica Democratica del Congo e proprio quest’oggi è prevista l’assegnazione del riconoscimento alla sua tredicesima edizione.

Il valore della tolleranza

La “Dichiarazione” definisce la tolleranza come: “rispetto, accettazione e apprezzamento della ricca varietà delle culture del nostro mondo, delle nostre forme di espressione e dei modi di essere umani. La tolleranza riconosce i diritti umani universali e le libertà fondamentali di tutti. Le persone sono diverse per natura, solo la tolleranza può assicurare la sopravvivenza di comunità miste in ogni regione del globo”.

La tolleranza parte dalla constatazione oggettiva per cui gli individui sono diversi gli uni dagli altri per aspetto, ideologia, linguaggio, comportamento e opinioni. Ed è proprio la tolleranza a far sì che da questa “diversità” nascano rispetto, accettazione e stima.

Tolleranza è “armonia nella diversità” attraverso un atteggiamento attivo di rispetto ed “allineamento” dell’essere umano davanti ad un altro essere umano, ognuno con le proprie idee e convinzioni che, per quanto possano essere profondamente diverse, hanno il medesimo diritto di essere espresse e rispettate.

La tolleranza è definita all’interno della “Dichiarazione” non solo come valore etico e morale, ma anche come vero e proprio principio politico e legale.

Ogni Stato Membro deve garantire e promuovere la tolleranza, l’uguaglianza di trattamento ed opportunità a tutti i gruppi ed individui della società. E deve, inoltre, adoperarsi a rielaborare la legislazione, quando necessario, affinché tali diritti vengano garantiti e rispettati.

“La tolleranza richiede un investimento dello Stato nelle persone e nel raggiungimento del loro pieno potenziale attraverso l’educazione, l’inclusione e le opportunità, come dichiarato dall’ex Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. Ciò significa costruire società fondate sul rispetto dei diritti, dove paura, sfiducia e marginalizzazione sono soppiantate da pluralismo, partecipazione e rispetto per le diversità”.