Vittorio Sgarbi e Morgan sono stati ospiti di “Facciamo finta che”, il programma di Maurizio Costanzo e Carlotta Quadri in onda su R101, perb una doppia intervista volta alla promozione dei loro libri “Canova e la bella amata” (La Nave di Teseo) e Morgan per “Parole D’aMorgan” (Baldini + Castoldi). Inevitabilmente però si è parlato del Ministero della Cultura, con il sottosegratario che spinge per dare un ruolo operativo al musicista.
Vittorio Sgarbi Morgan, uniformità di vedute con Sangiuliano
Vittorio Sgarbi ha ribadito con forza la proposta che aveva fatto non appena era stato nominato sottosegretario alla cultura, ruolo che aveva già ricoperto dal 2001 al 2002 e che ha trovato l’avallo del Ministro: “Non ci sono contrasti, Sangiuliano è assolutamente convinto di dare a Morgan una funzione utile soprattutto rispetto ai giovani, ne ho parlato anche con il ministro dell’Università”.
Il paragone con Carmelo Bene
Vittorio Sgarbi poi si spinge ad un paragone illustre a proposito del cantante: “Il dato di fatto, e lo sa bene il nostro Maurizio (Costanzo ndr), è che Carmelo Bene all’epoca sua è stato quello che oggi è Morgan: “Ora avere Carmelo Bene nelle istituzioni è cosa buona. Non puoi avere l’estro della creatività, Caravaggio o Bene fuori. Se tu puoi averli con te ti danno frutti positivi, per cui al di là delle eccentricità e della stravaganza di Morgan, la sua qualità è importante, non puoi perderlo. Bene all’epoca divenne direttore della sezione del teatro della Biennale di Venezia e fu buona cosa. Un ruolo di quel genere tocca a Morgan. Io ho capito che Morgan è il Carmelo Bene di oggi, il bene che si può interpretare anche in senso letterale. Il Governo non può avere soltanto figure ammuffite con una visione convenzionale della cultura, deve averne una originale e questa originalità non può essere perduta. Di questo è consapevole il ministro Sangiuliano e io cerco di dirlo in tutti i modi perché è una risorsa da non perdere”.
Un ruolo non politico, ma operativo anche con le Università
Il sottosegretario ha poi svelato qualcosa a proposito dei piani per Morgan: “Non c’è un ruolo politico per lui, ma c’è qualcosa di più perché occorre che fuori dalla politica una persona di grande intelligenza, di grande creatività, di grande fantasia dia il segnale che la politica è amica senza diventare per forza un responsabile politico come un sottosegretario. Quindi qualunque attività che riguarda anche il Ministero dell’Università per far conoscere ai giovani, attraverso la sua mediazione pedagogica, l’arte e la musica che non si insegnano mai a scuola è la ragione per cui ho insistito”. Replica così Morgan: “Io sono molto ammirato dalla lucidità del pensiero di Vittorio Sgarbi, è veramente un maestro di amore per la bellezza, per la coerenza. Vittorio per me è un grande amico perché è una persona che sa sempre consolare, ha un punto di vista totalmente attivo nei confronti della vita, è una persona instancabile, è uno che non si arrende mai, che stimola, che stimola chiunque, è un grande stimolo per tutti”.
La televisione come mezzo di insegnamento
Vittorio Sgarbi svela come Morgan potrebbe essere una sorta di insegnante del Ministero sul mezzo televisivo, una vera rivoluzione: “Riguardo Morgan Abbiamo già cominciato a prendere rapporti per la sua operatività come insegnante con il Ministero dell’Università, poi ho parlato con un altro sottosegretario, Mazzi, perché potrebbe lavorare come prolungamento del Ministero con la televisione. La televisione è la continuazione del ministero della cultura, non per altro il televisore è fatto come un quadro, ma non vedi mai un quadro dentro, non senti mai la musica. Morgan potrebbe in qualche modo in televisione prolungare l’effetto pedagogico di conoscenza che la cultura deve rappresentare, la televisione deve diventare un braccio della cultura, lui non deve diventare un funzionario deve funzionare per la bellezza”.
Morgan continua sottolineando: “Vorrei fare una bella trasmissione televisiva divulgando la grande musica italiana che è il nostro grande patrimonio, cantando, suonando, interpretando, ospitando cantautori all’insegna della nostra grande tradizione cantautorale, parlare di Bindi, di Tenco, di Lauzi, delle nostre grandi canzoni e farlo per gli italiani, soprattutto per coloro che non sono vicini alla musica e farglielo capire con un linguaggio molto semplice. Mi piacerebbe fare questo, la divulgazione musicale. Vorrei far sentire le canzoni di Gino Paoli, grandi pezzi come ‘Il cielo in una stanza’ che aveva l’arrangiamento di Ennio Morricone, vorrei invitare un grande maestro come Nicola Piovani che è stato allievo di Morricone e fargli eseguire la partitura originale del ‘Cielo in una stanza’, fare cose di questo tipo perché la nostra musica è grandiosa”.