Lancio Artemis I Nasa è partito ufficialmente alle 7:48 ora italiana in direzione della Luna dopo i rinvii degli scorsi mesi. Si tratta del primo tentativo di riportare un uomo sulla superficie lunare dopo 50 anni, anche se in questa prima fase il razzo viaggia senza astronauti a bordo in attesa di passare poi alle prossime fasi. Successivamente alle 8:01 si sono staccati il primo stadio e i due booster laterali e ora la navicella spaziale proseguirà dopo un giro e mezzo intorno all’orbita terrestre il suo viaggio verso la luna.

Lancio Artemis 1 Nasa, le foto

Lancio Artemis 1 NASA, il video

SLS e Orion, il razzo e la navicella

Davanti a 400 mila persone sulle spiagge di Cape Canaveral la NASA ha ufficialmente dato il via con il Lancio Artemis 1 alla missione che porterà, salvo ritardi nel 2025 la prima donna e nuovamente degli uomini sul suolo lunare. I problemi degli ultimi mesi hanno creato apprensione, ma oggi è andata bene. L’epopea dello Space Shuttle è terminata nel 2011, ma da quella tecnologia deriva lo Space Launch System alto 95 metri. In particolare sono vecchi motori e i booster non riutilizzabili se non in piccole parti e che costa, per ogni lancio, 4,3 miliardi di dollari mentre il programma Artemis, in ritardo di almeno 4 anni, ne è costati finora 95. La parte innovativa della missione è quindi la capsula Orion, un elemento di altissima tencologia.

La navicella spaziale Orion con 16 videocamere

Il razzo Space Launch System (SLS) della NASA invierà la navicella spaziale Orion dell’agenzia su un viaggio di 40.000 miglia oltre la Luna prima di tornare sulla Terra. Ci sono 24 telecamere sul razzo e sulla navicella spaziale – otto su SLS e 16 su Orion – per documentare gli eventi della missione essenziali tra cui decollo, ascesa, dispiegamento di pannelli solari, ispezioni di razzi esterni, atterraggio e recupero e acquisire immagini della Terra e della Luna.

Sul razzo, quattro telecamere attorno alla sezione del motore puntano in alto verso Orion, due telecamere sull’intertank dalla parte superiore dei booster cattureranno la separazione del booster e due telecamere sull’adattatore dello stadio del veicolo di lancio cattureranno la separazione dello stadio centrale. Le otto telecamere eseguiranno ciclicamente una sequenza preprogrammata durante il lancio e l’ascesa del razzo.

Su Orion, una telecamera esterna montata sull’adattatore del modulo dell’equipaggio mostrerà l’ascesa del razzo SLS, fornendo proprio il punto di vista del “razzo” che il pubblico vede spesso durante i lanci. Un’altra telecamera fornirà una vista dello sgancio del pannello del modulo di servizio e del dispiegamento dell’ala dell’array solare. Quattro telecamere collegate alle ali del pannello solare del veicolo spaziale sul modulo di servizio aiuteranno gli ingegneri a valutare la salute generale dell’esterno di Orion e potranno catturare una vista selfie del veicolo spaziale con la Terra o la Luna sullo sfondo.

All’interno della navicella, altre tre telecamere wireless possono catturare le prospettive che gli astronauti avranno sulle future missioni Artemis, con una telecamera che guarda fuori dal finestrino anteriore del pilota e una seconda che guarda oltre la spalla del sedile del comandante, dove sarà posizionato il quadro strumenti del futuro missioni. Al momento ci sono all’interno solo dei manichini.

Una terza telecamera in cabina guarderà fuori dalla finestra del portello superiore per fornire viste del lancio del sistema di interruzione del lancio durante la salita, nonché del dispiegamento del paracadute durante l’atterraggio e il recupero Sono inoltre presenti due telecamere esterne ad alta velocità dedicate al monitoraggio delle operazioni con il paracadute, che i tecnici scaricheranno ed elaboreranno dopo il volo. Le immagini e i video raccolti dalle telecamere Orion saranno disponibili in una varietà di formati, dalla definizione standard all’alta definizione e fino al 4K.

Le parole della NASA su Orion

“Ciascuna delle quattro ali dell’array solare di Orion ha una telecamera commerciale standard montata sulla punta che è stata altamente modificata per l’uso nello spazio, fornendo una vista dell’esterno del veicolo spaziale”, ha affermato David Melendrez, responsabile dell’integrazione delle immagini per l’Orion Programma presso il Johnson Space Center della NASA a Houston.

Molte persone hanno un’impressione di Earthrise basata sul classico colpo dell’Apollo 8″, ha detto Melendrez. “Le immagini catturate durante la missione saranno diverse da quelle che l’umanità ha visto durante le missioni Apollo, ma catturare eventi fondamentali come il sorgere della Terra, la distanza più lontana di Orione dalla Terra e il sorvolo lunare sarà una priorità assoluta”.

Il satellite italiano

ArgoMoon, realizzato e operato da Argotec, con contratto dell’Agenzia Spaziale Italiana, è l’unico satellite europeo a bordo della missione. Pesa poco meno di 14 kg ed è molto simile a LICIACube, il satellite che ha concluso con successo la parte principale della sua missione nell’ambito della missione Dart. e che è stato in grado di scattare oltre 600 fotografie dell’impatto, a 11 milioni di km di distanza dalla Terra, a una velocità di quasi 7 km al secondo. Il satellite avrà un ruolo primario di documentazione della missione.