Missili russi sono caduti sulla Polonia, Ecco quekllo che non doveva succedere, ma è successo. E’ stato sicuramente un errore, non un atto voluto, ma è accaduto e adesso metterci una pezza sarà duro e complicato. La Polonia è un Paese membro della Nato, e ci sono due morti. Lo ha riferito l’Associated Press citando una fonte dell’intelligence Usa.
Il primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, ha convocato d’urgenza il Consiglio dei ministri per la sicurezza nazionale e la difesa.
La conferma è arrivata dal portavoce del governo Piotr Müller, dopo che due persone sono morte per due missili russi caduti su Przewodow, vicino al confine ucraino. E Il presidente polacco Duda ha convocato un altro Consiglio di sicurezza nazionale domani alle 12. Lo fa sapere la presidenza polacca su Twitter.
IL portavoce del Cremlino Peskov ha dichiarato di non avere informazioni sull’incidente in Polonia.
Missili sulla Polonia. Gli Usa: “Difenderemo la Nato”
Gli Stati Uniti difenderanno “ogni centimetro di territorio Nato“, come prevede l’articolo 5: lo ha detto il portavoce del Pentagono Pat Ryder alla stampa dopo la caduta di missili russi in Polonia.
Ryder ha precisato che il Pentagono sta ancora indagando sulla caduta dei missili in territorio polacco.
“Fino a questo momento non abbiamo ulteriori dettagli” ha aggiunto il portavoce del Pentagono, in particolare circa la provenienza dei missili.
La Nato pensa a rispondere
Dopo il lancio di missili russi in territorio polacco, la Nato esaminerà l’opportunità di una risposta come prevede l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico siglato nel 1949.
La reazione all’attacco non è automatica, anche se ne viene legittimata. L’articolo recita infatti che “le parti convengono che un attacco armato contro una o più di esse in Europa o nell’America settentrionale sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti, e di conseguenza convengono che se un tale attacco si producesse, ciascuna di esse, nell’esercizio del diritto di legittima difesa, individuale o collettiva, riconosciuto dall’ari. 51 dello Statuto delle Nazioni Unite, assisterà la parte o le parti così attaccate intraprendendo immediatamente, individualmente e di concerto con le altre parti, l’azione che giudicherà necessaria, ivi compreso l’uso della forza armata, per ristabilire e mantenere la sicurezza nella regione dell’Atlantico settentrionale“.
Quella della risposta armata è, in altre parole, una fra le opzioni previste. A chi spetta valutare la risposta della Nato? Al Consiglio di Sicurezza dei Paesi membri: “Ogni attacco armato di questo genere e tutte le misure prese in conseguenza di esso”, prosegue l’articolo 5, “saranno immediatamente portate a conoscenza del Consiglio di Sicurezza. Queste misure termineranno allorché il Consiglio di Sicurezza avrà preso le misure necessarie per ristabilire e mantenere la pace e la sicurezza internazionali”.
A marzo scorso il presidente americano Joe Biden aveva ribadito all’omologo polacco Andrzej Duda, riferendosi all’articolo 5 del Trattato, che esso costituisce un “vincolo sacro”. La Polonia è membro Nato dal 1999.