Per l’omicidio al bar del Parco, c’è la svolta: tre pregiudicati indagati, ci sarebbe un affare di 400mila euro dietro
Svolta nelle indagini dell’omicidio avvenuto lo scorso 1 agosto a Pescara nel bar del Parco. Come riporta il quotidiano abruzzese “il Centro” ci sono tre indagati: i nomi sono quelli di Fabio Iervese, 43 anni, Renato Mancini (49) e Mimmo Nobile.
Ora gli autori del tentato omicidio e omicidio avrebbero un nome e un cognome precisi. Il Lavoro però degli inquirenti non è ancora giunto al termine, anzi ci sono ancora molte cosa da ristabilire e la sensazione è che chi sta indagando sia molto vicino alla ricostruzione definitiva del quadro criminale.
Omicidio bar del parco, tre indagati: indagini incrociate
Le indagini sull’omicidio avvenuto al ‘Bar del Parco’ condotte dalla squadra Mobile e coordinate dal procuratore aggiunto Annarita Mantini e dal sostituto Andrea Di Giovanni, con la supervisione del procuratore capo, Giuseppe Bellelli si sono infatti incrociate, con quelle relative alla rapina al Centro agroalimentare di Cepagatti avvenuta l’11 luglio scorso.
In quell’occasione, dopo aver ferito la guardia giurata, i malviventi erano fuggiti con un bottino di circa 30mila euro, non prima di aver rubato l’arma in dotazione all’operatore.
In base agli elementi investigativi raccolti, sarebbe l’arma usata per l’agguato del primo agosto in un bar della ‘Strada Parco’ di Pescara, in cui era stato ucciso l’architetto Walter Albi, 66 anni, e in cui era rimasto ferito l’ex calciatore Luca Cavallito, 49 anni.
I primi due erano stati arrestati dai Carabinieri lo scorso 21 settembre per la rapina di Cepagatti, mentre il terzo è indagato per lo stesso episodio.
Omicidio bar del parco a Pescara tre indagati: il movente da ricostruire
Ora non resta che aspettare per capire cosa ci sarebbe dietro ai fatti del 1 agosto scorso. Sebbene l’arma del delitto sarebbe quella rubata nella rapina del ’11 luglio alla guardia giurata nei pressi dello stabilimento di Villanova di Cepagatti, si lavora ancora incessantemente per poter ricostruire il movente: le indagini fin’ora condotte porterebbero a pensare che dietro l’omicidio e il tentato omicidio ci sarebbe un affare da 400mila euro e che nell’ambito di questo esoso affare tanto l’architetto Albi quanto Cavallito ex calciatore avrebbe pestato i piedi a qualcuno e non dovevano farlo considerato com’è finita.
Intanto gli inquirenti lavorano per ricostruire anche il movente: potrebbe trattarsi di un affare da 400mila euro con cui Albi e Cavallito avrebbero pestato i piedi a qualcuno.
Omicidio bar del parco a Pescara tre indagati: i fatti del 1° agosto
I fatti risalgono al 1 agosto scorso, quando, intorno alle 20, Walter Albi e Luca Cavallito erano seduti attorno al tavolo, nella veranda del locale di Via Ravasco, lato Strada Parco.
Un uomo, con il casco integrale, arriva all’improvviso in scooter e comincia a sparare, prima dall’esterno, poi da vicino, proprio davanti al tavolo dove i due stavano presumibilmente aspettando l’arrivo di qualcun altro. E intanto le pizzette, in abbondanza, erano già state portate.
Albi muore e Cavallito rimane gravemente ferito ma si salva e subisce diversi interventi chirurgici. Ora sta meglio e proprio le sue dichiarazioni rilasciate agli inquirenti avrebbero aiutato a iscrivere nel registro degli indagati, non una persona, ma tre.
Inizialmente, infatti, pare sia stato identificato solo un sospettato. Poi sarebbero stati aggiunti gli altri due. Inoltre, sarebbe stato lo stesso Cavallito dopo che si è rimesso dalla convalescenza a riferire agli inquirenti anche il possibile movente, legato a un affare da 400mila euro.
Certo che al Killer la sera del 1° agosto qualcosa è andato storto. Non è riuscito nell’intento di ammazzare tutti e due, infatti il sopravvissuto una volta rimessosi avrebbe sicuramente aiutato la polizia concedendo loro informazioni che molto probabilmente sarebbe state utili.
Ora non sappiamo se proprio tutto è partito dal racconto di Cavallito, ma un grossa fetta in termine di notizie l’avrà sicuramente fornita anche lui.