La Ferrari ha deciso di cambiare guida del team, licenziando Mattia Binotto. Il team principal della rossa, quindi, lascia dopo un quadriennio, quello dal 2019 al 2022, dove la scuderia di Maranello non ha mai dato l’impressione di poter lottare per il titolo finale. Una scelta decisa dal presidente Elkann che ha già individuato il successore in Frederic Vasseur dell’Alfa Romero, con l’ufficialità che arriverà solamente a gennaio, in vista della nuova stagione.
Binotto saluta la Ferrari
Scossone in casa Ferrari, con Mattia Binotto non sarà più il team principal in F1 e al suo posto arriverà Frederic Vasseur dall’Alfa Romeo. La notizia del clamoroso cambio al vertice del team del Cavallino riguarda la gestione della scuderia a partire dal prossimo gennaio. Vasseur, 54 anni, ingegnere francese, era stato sondato già la scorsa estate dal presidente ferrarista John Elkann, perché i vertici di Maranello stavano valutando un’alternativa allo stesso Binotto, opzione che poi non si era concretizzata. Forte del rapporto coi vertici del gruppo Stellantis costruito in questi anni di gestione della Sauber, brandizzata Alfa Romeo. Vasseur costituisce una svolta gestionale, dato il suo curriculum da vero uomo di corse, con un passato di gestione di tanti team nelle serie minori, a differenza della provenienza più tecnica di Binotto, ex capo dei motoristi e direttore tecnico Ferrari, prima di diventarne team principal.
L’attuale team principal pagata una situazione simile a quella della gestione di Maurizio Arrivabene. Questo nonostante Binotto abbia riportato la squadra al successo quest’anno dopo due stagioni difficili, nella convinzione di poter aprire un ciclo con il nuovo regolamento tecnico introdotto nel 2022. Ma, per una ragione o l’altra, la squadra si è sempre persa da metà stagione in avanti, e questo 2022 non ha fatto eccezione. Dopo un grande avvio, è mancata la competitività nella seconda parte di stagione e la Red Bull ha vinto con ampio margine di vantaggio i titoli piloti e costruttori. Inoltre ci sono stati errori di strategia e confusione al box in molte occasioni: segno che c’è ancora da sistemare parecchio all’interno degli ingranaggi della squadra.
Sotto la gestione Binotto, anche la bufera della vicenda power unit del 2019, da cui è nata l’inchiesta della Fia che si è chiusa con un accordo segreto che ha lasciato tante ombre e ripercussioni tecniche nei due anni successivi. Difficile credere che questi strascichi non abbiano pesato nella decisione sull’avvicendamento al vertice del team. Da non escludere nemmeno come ulteriore fattor, il malumore di Charles Leclerc, evidenziatosi bene in Brasile nello scorso weekend di gara.