Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha confermato gli obiettivi a breve termine in materia covid-19: all’incontro istituzionale “Prevenzione vaccinale dei soggetti adulti fragili o immunocompromessi, la nuova priorità” che si è svolto oggi nell’Auditorium Cosimo Piccinno a Roma, sono stati ribaditi i dossier sulle quarantene, sull’isolamento e sulla campagna di vaccinazione.

Covid Quarantena, decisioni rimandate di almeno una settimana

A proposito delle quarantene covid, il ministro Schillaci ha dichiarato di voler accorciare a 5 giorni la quarantena dei positivi, eliminando anche il tampone finale che attesta la guarigione. Contemporaneamente ha confermato che nei prossimi giorni sarà lanciata una campagna di comunicazione e sensibilizzazione sull’esigenza di vaccinarsi in maniera congiunta contro il coronavirus e l’influenza.

In attesa dei dati che riguarderanno la settimana 11-17 novembre, il ministro della Salute promette che le misure saranno prese di concerto con gli organi competenti (Aifa, Iss in primis) sulla base dei dati della pandemia. La sensazione è che si voglia attendere ancora qualche settimana per valutare l’impatto della stagione “fredda”.

Tuttavia, più che le parole di Schillaci hanno fatto eco mediatico quelle del sottosegretario Marcello Gemmato. Quest’ultimo ha insinuato che non esista la prova scientifica inversa tale per cui senza vaccini lo scenario sarebbe stato necessariamente peggiore. Salvo poi rifugiarsi in corner sostenendo di non voler cadere nella “trappola di chi è favore o contro i vaccini”. Per spiegare i motivi del cambio di rotta adottato dal nuovo Esecutivo, Gemmato è convinto che sia una mera questione di approccio: da un lato l’ideologia della vecchia gestione, dall’altro una prospettiva politica che prende decisioni sulla base delle evidenze scientifiche.

Tuttavia, le parole del sottosegretario vengono immediatamente intercettate dagli esponenti della scienza più mediatici. Su Twitter Matteo Bassetti si dimostra allibito davanti a simili affermazioni, chiudendo la critica con la frase “un bel tacer non fu mai scritto”. Chi invece mantiene il ruolo di guardiano è Fabrizio Pregliasco, che parla di “onda” e non di “ondata” covid in arrivo. Ma per il medico dell’ospedale Niguarda di Milano a preoccupare è la “narrazione dell’epidemia e la sua conseguente percezione agli occhi del pubblico“: in breve, il nuovo board “veicola un messaggio di indifferenza e strizza l’occhio alla propaganda no-vax sulla credibilità dei vaccini”.