In mattinata la Digos, la sezione della Polizia legata all’Investigazione e alle Operazioni Speciali, ha eseguito un blitz che ha condotto a quattro arresti tra Campania e Lazio: l’accusa è di associazione con finalità di terrorismo a sfondo neonazista, suprematista e negazionista. Coinvolte le province di Napoli, Caserta, Avellino e Roma, grazie alla collaborazione della Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione e del Servizio Polizia Postale e Comunicazioni. I militanti avevano infatti tutte le intenzioni di passare dalla teoria alla pratica.

L’indagine è coordinata dai pm Antonello Ardituro e Claudio Onorati con l’ausilio del procuratore distrettuale Giovanni Melillo.

Blitz Digos terrorismo, nel mirino l’Ordine di Hagal

Nel blitz della Digos per sospetto terrorismo razziale è coinvolta anche una quinta persona, residente nella capitale, a cui è stato demandato l’obbligo di firma e di presenza. I fermati sono ritenuti responsabili di istigazione a delinquere e di propaganda antisemita etnica e religiosa.

L’operazione è tutt’ora in corso con una serie di perquisizioni domiciliari e informatiche lungo l’intero territorio nazionale. Coinvolte circa 30 persone che farebbero parte della setta “Ordine di Hagal”, un’associazione di nostalgici hitleriani già tenuta d’occhio in precedenza dalle autorità.

A far scattare la procedura d’intervento sono state alcune intercettazioni telefoniche che hanno smascherato l’intenzione di programmare un attacco, poi successivamente sventato sul nascere. 

Successivamente sono stati resi noti i nomi degli arrestati: Maurizio Ammendola, 42 anni di Maddaloni, considerato ideatore e fondatore dell’associazione Ordine di Hagal; Michele Rinaldi, 47 anni, vicepresidente dell’Ordine di Hagal; Massimiliano Mariano, 46enne di Castellammare di Stabia e Giampiero Testa, 25enne di Napoli. L’ordine era in contatto con alcune frange nazionaliste ucraine (probabili indizi con il Battaglione Azov) e non si esclude che alcuni membri di Kiev fossero in Italia per pianificare l’attentato. Il quinto uomo sarebbe infine Fabio Colarossi, romano di 36 anni.

L’Ordine di Hagal è un gruppo sovversivo che nega la Shoah e attira giovani per poi indirizzarli verso forse di odio e di estremismo a sfondo razziale. Durante la pandemia sfruttò la corrente dei no-vax e dei no-green pass per espandere la community di adepti.