Un film su Gigi Riva? Volerei in Sardegna per vederlo subito ma aspetterò, impaziente, qualche giorno quando il docufilm di Riccardo Milani arriverà nei cinema di tutta Italia perché “Rombo di Tuono” è una leggenda del calcio nazionale.

Non solo perché ha legato il suo nome alla vittoria dello scudetto con il Cagliari nel ‘69-70, al trionfo europeo nel ‘68 e il secondo posto ai mondiali del ‘70 con la nazionale di Ferruccio Valcareggi, indimenticabile commissario tecnico. Gigi Riva è molto di più, è un mito per chi ama i simboli e ne è ammirato perché quello spilungone magro nato a Leggiuno nel ‘44 e arrivato controvoglia a Cagliari mai ha abbandonato quella maglia e l’Isola. Della Sardegna ha incamerato i valori più intimi, il silenzio, la caparbietà, l’onestà e la correttezza.

“Hanno provato a raccontarlo in tanti, semplici scrivani e scrittori di vaglia” ha scritto un giornalista. Anche io sono tra quelli che provano a omaggiare in qualche modo Rombo di Tuono, come lo definì Gianni Brera. Con quel suo sinistro micidiale fece vincere uno scudetto al Cagliari del presidente Andrea Arrica e dell’allenatore-filosofo Manlio Scopigno, fumatore incallito come Gigi Riva. Una squadra formidabile con Albertosi in porta, Cera a centrocampo e Domenghini a correre sulla fascia destra ma era lui la guida, il faro. Era lui che combatteva con i terzini, il rude Burgnich dell’Inter in testa, che superava per sfondare la rete.

Gigante nei momenti difficili, consolatore di campioni nei momenti più brutti

Un gigante anche in Nazionale, un eroe anche nei momenti difficili. C’è un’immagine di Gigi Riva che ho ancora negli occhi. E’ il 17 luglio del 1994 e Roberto Baggio nella finale del campionato del mondo ha appena sbagliato il calcio di rigore decisivo. E’ deluso e con le lacrime agli occhi. Rombo di Tuono, diventato team manager, lo abbraccia, lo consola, se lo tiene stretto. Anche questa è un’immagine simbolo. Max Paganini, il dirigente che guidava quella spedizione azzurra, un giorno mi raccontò che quando Riva entrava negli spogliatoi calava il silenzio. Anche i campioni che avevano guadagnato molto più di lui lo ascoltavano, accettavano le sue brevi considerazioni senza batter ciglio. Anche questo è Rombo di Tuono. Un gigante, al di là del gol.

Stefano Bisi