Il canone Rai rimane all’interno della bolletta elettricità. Le voci che si erano diffuse relativamente ad una possibile rimozione del canone in bolletta, a partire dal 2023, sono state smentite dal governo. Così il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) in una nota:
Le voci di un’esclusione del canone Rai dalla bolletta elettrica non risultano, alla luce del lungo lavoro istruttorio in corso, fondate. La milestone Pnrr trova il suo fondamento nell’esigenza di tutela della concorrenza del mercato dell’energia elettrica e si basa sulle proposte Agcm, la quale non aveva rilevato alcuna criticità in merito al pagamento del canone Rai dal punto di vista della concorrenza del mercato dell’energia, a condizione che il pagamento fosse trasparente per gli utenti finali. Requisito che risulta soddisfatto.
Canone rai in bolletta: la situazione
Ma non si tratta di voci. Piuttosto di un tentativo da parte del nostro paese di procedere alla rimozione del canone Rai dalla bolletta. È stata una direttiva della Commissione Europea a dare questo indirizzo, come condizione per l’ottenimento dei fondi del Recovery Fund, recepita poi dal Parlamento Italiano e quindi dal governo di Mario Draghi. Questo ha spinto il precedente esecutivo a muoversi verso un sistema di riscossione del canone diverso da quello attuale a partire già dal 2023. Ma l’attuale governo non sembra intenzionato a procedere in questo senso, come ha ben spiegato l’apposito ministero.
Il pressing dei sindacati
A mettere fiato sul collo al governo ci sono anche le sigle sindacali del paese. Le quali, in una lettera aperta al Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, invitano la politica a fare un passo concreto. Così Slc, Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil, Ugl Fnc Snater, Libersind Confsal, Adrai Usigrai:
La determina del precedente Esecutivo, a seguito di una specifica deliberazione del Parlamento, ha indicato la riscossione del Canone in bolletta elettrica fra gli oneri impropri la cui permanenza non sarà più consentita a far data dal 1° gennaio 2023. Questa decisione, vista anche la vicinanza temporale con la scadenza del 31 dicembre 2022, oltre a provocare un clima di profonda incertezza relativamente alle modalità di finanziamento del Servizio pubblico radiotelevisivo, rischia di avere un impatto dirompente sul futuro stesso della Rai. Privare la più grande azienda culturale del Paese della certezza dei finanziamenti, oltre alle evidenti ricadute in termini occupazionali che ne potrebbero derivare, avrebbe degli effetti diretti sullo stesso Ministero da Ella guidato, in quanto azionista di Rai spa.
Le organizzazioni sindacali, poi, concludono proponendo un incontro al Ministro Giorgetti:
Per questa ragione, ben conoscendo la Sua sensibilità in merito, siamo a richiederle un incontro urgente, con la speranza di poterLe illustrare di persona la fondatezza delle nostre preoccupazioni, confidando in un Suo intervento risolutore che possa garantire sostenibilità finanziaria al Servizio pubblico radiotelevisivo. Parimenti, dando per scontate iniziative similari e autonome da parte dei vertici aziendali su questi delicati temi, cogliamo l’occasione per salutarLa cordialmente.