Cina e Usa riprendono a dialogare, ma guai a parlare di Taiwan. Joe Biden, forte di un risultato esaltante alle elezioni di midterm, si avvia a guidare il paese verso la seconda parte del suo mandato presidenziale. E mette, tra le necessità, quella di rinvigorire i rapporti con la Cina. Il Presidente degli Stati Uniti d’America, infatti, ha incontrato il suo omologo cinese dal vivo. È la prima volta che Biden e Xi Jinping si trovano faccia a faccia da quando il primo si è insediato alla Casa Bianca. In poco più di tre ore di colloquio, tenutosi a margine del G20 di Bali, i leader delle due grandi economie mondiali hanno cercato di disinnescare le minacce che gravano sui rapporti bilaterali. I due hanno trovato un campo comune nel quale convenire: l’intenzione, infatti, è quella di procedere ad un disgelo delle comunicazioni. Un proposito che diviene necessità per evitare che la competizione, in corso tra le parti, diventi qualcosa che anche solo si avvicini a un conflitto. Il mondo è un bivio – ha detto Xi – e Cina e Usa devono trovare la corretta direzione di sviluppo per le relazioni e promuovere il miglioramento delle relazioni. Al bivio ma anche grande abbastanza – ha precisato il presidente cinese – affinché entrambi i Paesi possano svilupparsi e prosperare insieme Rapporti disgelati, dunque, ma non senza linea rossa. Una linea rossa che assume un nome specifico: Taiwan.

Tra Usa e Cina c’è un problema: Taiwan

Buoni propositi e telecomunicazioni aperte, quindi. Ma anche gli intenti più nobili cadono difronte agli interessi di parte ed ecco che insistono ostacoli sul piano pratico. I quali, continuano a pesare sul dialogo. In primis c’è la questione taiwanese. C’è un’asimmetria di interesse all’origine della diversità di vedute: se per Pechino è un tabù, un affare nel quale nessun’altra potenza deve immischiarsi, essa invece rappresenta un’apprensione agli occhi di Washington. Gli Usa, che la ritengono estremamente importante in quanto linea di terra che dà sbocco all’oceano pacifico, ha più volte fatto capire che non ci penserà due volte ad intervenire qualora la Cina dovesse invaderla. Questo rende Taiwan, a tutti gli effetti, uno degli stati di tensione del globo. Uno di quelli dove, da un momento all’altro, potrebbe deflagrare un conflitto.

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Non a caso, Biden, riporta l’AGI, dice che gli Stati Uniti si oppongono a qualsiasi cambiamento unilaterale dello status quo da una delle due parti. Xi Jinping ha risposto a muso duro, con parole che non lasciano spazio ad intepretazioni: “Chiunque cerchi di dividere Taiwan dalla Cina violerà gli interessi fondamentali della nazione cinese: Il popolo cinese non lascerà che questo accada!”. La diversità di vedute è evidente ma Biden, in conferenza stampa, si è comunque detto ottimista: “Ho detto chiaramente che vogliamo vedere le questioni dello Stretto risolte pacificamente in modo che non si debba mai arrivare a questo. sono convinto che abbia capito esattamente quello che stavo dicendo”.

Questione Ucraina

L’Ucraina sembra essere, ad oggi, il punto comune che unisce Cina ed Usa. L’argomento che distoglie dalla questione Taiwan e che spinge, le due potenze, ad un tentativo di fronte comune. Dalla Casa Bianca fanno sapere che Biden e Xi “hanno reiterato il loro accordo che una guerra nucleare non dovrebbe essere mai combattuta e che non si può mai vincere e hanno sottolineato la loro opposizione all’uso, o alla minaccia dell’uso, di armi nucleari in Ucraina”. Anche la Cina, preoccupata da un possibile sviluppo atomico del conflitto, spinge per l’avvio di un negoziato di pace tra Kiev e Mosca. Strada piuttosto lontana, al momento.

Tra luci ed ombre, alla fine, le due delegazioni presenti a Bali si sono accordate per mantenere la comunicazione strategica e tenere contatti regolari a livello diplomatico. La prima occasione per testare questo nuovo atteggiamento sarà la visita in Cina del segretario di Stato Antony Blinken, durante la quale, sottolinea la Casa Bianca, il capo della diplomazia Usa potrà dare seguito alle discussioni di oggi.