La guerra in Ucraina è nuovamente divisa tra due piani, quello puramente bellico e quello diplomatico: se nel secondo caso sono i colloqui preliminari in attesa del G20 a tenere banco, nel primo fa notizia un video che ritrae il furto attuato dai russi allo zoo di Kherson.

Nei filmati, pubblicati e poi rimossi, si vede un uomo estrarre a mani nude un procione. Il suo nome è Oleg Zubkov, proprietario dello zoo Taigan in Crimea: un ex politico ucraino favorevole all’occupazione filorussa.

Kherson, chi c’è dietro il furto allo zoo

Zubkov aveva filmato l’intero rapimento degli animali dallo zoo di Kherson, in Ucraina, sostenendo che il loro trasferimento nello zoo di Taigan, in Crimea avrebbe fatto bene soprattutto ai lupi (“Qui ci sono ampie distese, più luce e più possibilità di accoppiamento”. In totale sono stati sottratti 7 procioni, 2 lupi, 2 pavoni, un lama e un asino. Il pacchetto fa parte della refurtiva conclamata dalla Russia dopo il suo passaggio.

Lui, che si fa definire “Uomo Leone”, ha documentato l’intero trasporto ottenendo anche un discreto successo mediatico da parte della stampa russa. Per Zubkov si tratta di un’evacuazione temporanea, affermando che gli animali (cuccioli compresi) sarebbero tornati al loro habitat naturale una volta che la Russia avrebbe rioccupato la città di Kherson. Non solo, ma ha poi rincarato la dose di scherno parlando di “missione umanitaria” e che gli animali sono in buone condizioni. Nel suo passato da guardiano di zoo, Zubkov ha alle spalle una condanna a quasi tre anni di carcere dopo che una tigre del Taigan ha strappato un dito a un bambino di un anno. La sentenza è stata cancellata il 27 ottobre, facendolo tornare libero per preparare la sua “missione”.

Oggi il ministero della Difesa di Kiev ha avvertito che l’Ucraina farà di tutto per riportare a casa gli animali. Nel frattempo, dopo l’orrore delle fosse umane l’associazione UAnimals denuncia i crimini commessi dai russi nei confronti dei criceti grigi: un roditore diffuso in Ucraina, di cui molti esemplari sono stati uccisi o impiccati.

La visita del presidente Zelensky

A Kherson, intanto, risuonano ancora le grida di felicità dopo la liberazione dalle milizie filorusse. Questa mattina il presidente Volodymyr Zelensky si è recato sul posto per premiare con le dovute onorificenze i soldati dell’esercito ed esprimendo la più sincera gratitudine.

In città sventolano le bandiere ucraine mentre il leader ha ricordato che “la libertà sta costando al popolo ucraino tante vite, ma che le nostre promesse di restituire i territori alla nostra gente saranno mantenute”. Poi ha confermato che sarà ripristinata l’elettricità e le linee telefoniche danneggiate dal passaggio del nemico. Saranno instaurati nuovi punti di assistenza per consentire alla popolazione un graduale ritorno alla normalità. Dalla vicina Mykolaiv sono poi in arrivo cibo e prodotti per l’igiene, nonché i kit necessari al soccorso e medicinali.

Kherson è inoltre al centro della missione speciale in Antartide di un gruppo di esploratori ucraini, i quali hanno installato sui ghiacci dei cartelli che mostrano la distanza dalle città ucraine più colpite, incluse Mariupol e Bucha.

Infine, il Canada ha promesso che trasferirà nei prossimi giorni un pacchetto di aiuti dal valori pari a 375 milioni di dollari. Si attende solo la firma del presidente Trudeau.