L’incidente aereo verificatosi in Indonesia nel 2021, dove 62 persone persero la vita dopo che un velivolo della Sriwijava Air precipitò in mare, fu causato da un danno all’acceleratore che, secondo quanto emerso dal rapporto finale sulla strage, era già stato segnalato 65 volte in precedenza. La compagnia non fece nulla per ripararlo.
Incidente aereo Indonesia 2021: il rapporto finale sulla strage
Per il rapporto finale dell’indagine realizzato dal National Transportation Safety Committee (KNKT) sul volo SJ182 Giacarta-Pontianak, nel Borneo, l’incidente che nel 2021 costò la vita a 62 persone fu causato da un acceleratore difettoso di cui la compagnia aerea era a conoscenza, essendo già stato segnalato prima.
Tutto è successo a inizio gennaio dello scorso anno: un aereo della compagnia Sriwijava Air, un Boeing 737-500, partito da Giacarta, la capitale dell’Indonesia, e diretto a Pontianak, una popolare meta turistica del Paese, si è inabissato alle 14.40 ore locali (le 7.40 del mattino in Italia) con a bordo 62 persone, 50 passeggeri, 6 membri dell’equipaggio e 6 colleghi in viaggio per prendere servizio in seguito. Secondo le ricostruzioni, il velivolo avrebbe perso quota poco dopo aver lasciato la pista ed essere arrivato a 3.350 metri d’altitudine, iniziando a scendere in picchiata verso il mare, perdendo 3,05 chilometri in meno di un minuto. “Stava piovendo molto e il tempo era cattivo”, aveva raccontato all’Associated Press un pescatore intento nel suo lavoro nella zona dello schianto.
Le ricerche, iniziate poco dopo la perdita dei contatti dell’aereo con la terraferma, erano state complicate dall’arrivo del buio, cosicché il punto esatto dello schianto era stato individuato solo molto tardi. Il presidente della compagnia aerea aveva fatto sapere che l’aereo, un modello ormai in disuso fra le principali compagnie, era in grado di volare, come alcuni controlli effettuati poco prima avevano verificato. Ma non era la prima volta che lo stesso tratto di mare era interessato da un incidente aereo: solo due anni prima, nel 2018, un Boeing 737 Max di Lion Air era precipitato con 189 persone a bordo, tutte rimaste uccise nello schianto. Ora, a quasi due anni dalla tragedia che nel 2021 costò la vita ad altre 62 persone, il rapporto sul volo, un dossier di oltre 100 pagine, fa luce su un’amara scoperta: il danno che avrebbe causato l’incidente era già noto alla compagnia aerea.
Ma non solo: era già stato segnalato prima della strage, per ben 65 volte tra il 2013 e il 2021. Una volta raggiunta quota, i motori del velivolo avrebbero dovuto ricevere una spinta minore rispetto a quella del decollo; ciò non successe, perché il sistema di controllo dei propulsori, all’interno del sistema di accelerazione automatico, presentava un difetto meccanico mai riparato. Era stato lo stesso comandante dell’aereo, un 54enne di nome Afwan, a segnalare il problema l’anno precedente. Quella volta se l’era cavata, ma l’ultima gli è stata fatale e neanche i dati estratti dalle due scatole nere hanno potuto far luce sulle sue azioni prima dello schianto. Ciò che è certo è che, in incidenti del genere, “17 secondi sono sufficienti ai piloti per riprendere in mano il velivolo”, cosa che non è successa a causa della scarsa preparazione dell’equipaggio. A dirlo è stato il capo del team investigativo Nurcahyo Utomo. La compagnia aerea, come già aveva fatto in passato, sulla faccenda continua invece a tacere.