Cosa ha detto Zeman? Le sue parole suonerebbero come il classico colpo di scena che non ti aspetti, ma più volte in passato Zdenek Zeman è stato additato come un tifoso della Juventus, non poteva essere altrimenti, considerato che Čestmír Vycpálek zio del boemo è stato allenatore dei bianconeri per 4 anni vincendo nel biennio 71/72 e 72/73 due scudetti.
Le parole di Gianni Agnelli a proposito:
“Zeman? E’ il nipote di Vycpalek Vycpalek noi l’abbiamo salvato dalla Cecoslovacchia comunista e l’abbiamo riportato in Italia. Quindi anche il nipote ci dovrebbe della gratitudine”.
Dunque per la gioia di tutti gli antijuventini, colui il quale è stato uno dei più grandi nemici sportivi dei bianconeri e che tra l’altro ha dato il via all’inchiesta sul doping che ha segnato la fine degli anni 90, ha svelato la sua passione calcistica in un’intervista al Corriere. «Tifo per loro da sempre», ha detto il boemo.
Cosa ha detto Zeman?
L’allenatore della Lazio e della Roma prima ancora del Foggia di Baiano, signori e Rambaudi ha dichiarato: «Sono sempre stato juventino. Da piccolo andavo a dormire con la maglia bianconera» E le polemiche contro di loro? «Con la Juve di Moggi, Giraudo e Bettega. Ma la Juventus non comincia e non finisce con loro.
“Era la squadra di mio zio Cestmir Vycpálek: il più grande talento del calcio cecoslovacco prima di Pavel Nedved, che portai in Italia. La differenza è che Nedved, lavoratore maniacale, voleva allenarsi pure il giorno di Natale; mio zio invece amava le gioie della vita. Era stato a Dachau, e il lager l’aveva segnato. Ma mi dicono fosse birichino anche prima”.
Cosa ha detto Zeman? ecco le parole sull’inchiesta e sull’alleanza del nord
Affrontando tutti i temi e i particolare, rilascia anche un intervento sull’inchiesta contro i bianconeri : “La mia denuncia? Ma solo perché a Torino c’era un magistrato coraggioso, Guariniello. Io ho puntato il dito contro il sistema, non solo contro la Juve, che aveva molti seguaci. E il problema non erano solo i farmaci. Erano anche i passaporti falsi. Era anche il condizionamento degli arbitraggi. Era anche lo strapotere della finanza”.
Le accuse di Zeman non si limitano a raccontare la situazione riguardante la Juventus, anzi lo estende anche al Milan, secondo lui infatti in quel periodo: “Al Nord c’era l’alleanza tra Juve e Milan; l’Inter ne era esclusa e cercava di entrare nel sistema pure lei.Altre squadre, dal Parma alla Lazio al Perugia, erano in mano alla Banca di Roma: Tanzi e Cragnotti ne uscirono rovinati, come pure Gaucci. Che fece in tempo a caricare il suo Perugia a pallettoni, per far perdere lo scudetto del 2000 alla Juve, sotto il nubifragio”.
Cosa ha detto Zeman? I comunisti e l’odio che provava per loro
Nell’intervista Zeman non usa giri di parole e non la tocca nemmeno piano quando rivela un altro retroscena della sua vita, che fino a oggi era rimasto nascosto ai più:
“Odiavo i comunisti. Come li odiava mio padre, medico. Al piano di sopra abitava il capo del partito di Praga 14, il nostro distretto. Papà talvolta urlava dalla finestra del bagno la sua rabbia contro il regime. Ogni tanto qualcuno spariva“.
Poi una sviolinata ai romanisti, ma soprattutto a Francesco Totti: «Il giocatore più forte che ho avuto. Pareva avesse quattro occhi, due davanti e due dietro. Gli ho visto fare cose che sorprendevano tutti, anche me dalla panchina. Un’intelligenza calcistica prodigiosa. L’ho allenato due volte, quando aveva ventun anni e quando ne aveva trentasei, al mio ritorno alla Roma. Mi ha sempre seguito. E non abbiamo ma litigato».
Ha ammesso che ha visto di tutto durante la sua carriera, ha fatto tanti ritiri in hotel a 5 stelle e altrettanti in alberghi Miramare dove la padrona era anche la cuoca.
E’ stato assunto da presidenti in doppiopetto e da poveri diavoli di periferia con cravatte improbabili. Ha allenato campioni che guadagnavano miliardi e giovani a cui dovevo prestare i soldi per la benzina… ma ha continuato a dire sempre la sua, a testa alta camminando in avanti senza mai fermarsi a costo di rimetterci la carriera.