Nel gergo usato dai narcotrafficanti era stato identificato come “Rambo”. Il riferimento è a Rosario D’Onofrio, ex procuratore degli arbitri arrestato ieri per spaccio di droga nell’ambito di un’inchiesta della DDA di Milano.
Chi è Rosario D’Onofrio? la doppia vita tra l’AIA e gli affari di droga
Resta un mistero come abbia condotto la doppia vita di Rosario D’Onofrio. E sorprende anche il fatto che sia rimasta sconosciuta all’Aia, l’associazione degli arbitri che dal 2013 aveva fatto entrare nella sezione disciplinare l’ex militare arrestato ieri 12 novembre con l’accusa di essere stato un corriere della droga in un’inchiesta a Milano. Era ufficiale medico, ma si era scoperto che non aveva mai conseguito la laurea in medicina.
I fatti lo dipingono com un truffatore in piena regola: é entrato sotto la presidenza di Marcello Nicchi, ma è con il presidente degli arbitri Alfredo Trentalange che D’Onofrio riesce a farsi nominare procuratore nazionale dell’Aia, cioè il “magistrato” che dovrebbe indagare sulle eventuali irregolarità degli arbitri. La carriera nel mondo del calcio partita dalla sezione di Cinisello Balsamo.
D’Onofrio però avrebbe mantenuto questo doppio ruolo. Nell’ambiente del narcotraffico era lui a fornire armi e sostegno anche logistico ad un’organizzazione dedita appunto agli affari della droga.
Chi è Rosario D’Onofrio? le intercettazioni durante il lockdown
Nel pieno periodo della Pandemia che ha sconvolto il mondo intero, si riscontrano i movimenti di D’Onofrio. Vengono infatti intercettati già il 30 marzo del 2020, quando l’Italia entra in quella che sarà la prima fase del lockdown.
Sta consegnando 35 chili di droga a Milano, quando viene intercettato, successivamente alla consegna si sposta nell’hinterland milanese e a colloquio con un conoscente viene catturata la conversazione che fa così: “Veramente vestito da militare!”, dice stupito l’uomo a D’Onofrio che risponde: “Se una cosa la devi fare, la devi fare fatta bene”.
La tuta che indossava in quella occasione non era la sua, ma di un collega, considerato che la non la possedeva più perché era stato sospeso per questioni disciplinari.
Chi è Rosario D’Onofrio? il suo ruolo nel narcotraffico
D’Onofrio era addetto alla logistica. Era lui infatti come si legge dall’ordinanza di cattura a “organizzare la parte logistica delle importazioni di stupefacente e a reperire i luoghi ove poter effettuare lo scarico in sicurezza dei bancali all’interno dei quali era contenuto lo stupefacente”.
D’Onofrio il lavoro sporco suo lo sapeva fare, tant’è che godeva della massima fiducia nell’ambiente criminale ed era visto come un uomo sul quale poter contare sempre, in ogni momento: uno che non avrebbe sicuramente tradito le attese.
Chi aveva un altissima considerazione di lui, era Daniele Giannetto, anche lui agli arresti: “Era in gamba di brutto… sapeva cosa faceva”, diceva dopo che D’Onofrio era stato già arrestato il 21 maggio del 2020 dalla Guardia di Finanza perchè trovato in possesso, quindi “beccato” come si dice in gergo con 40 kg di marijuana nei pressi di Linate.
Venne intercettata anche una chat dove interloquiva con D’Onofrio a proposito di un pestaggio:
“Dice che se lo prende lo tortura con la correntetanto prima o poi lo prendiamo… Dovevo ammazzarlo quel giorno… Invece mi sono fatto prendere dal spiacere… stava morendo… mi ha detto Rambo che solo per te si è fermato”. Ed è proprio “Rambo” D’Onofrio a chiamare poco dopo per confermare: “Ma tu non puoi immaginare quante gliene ho date”.
Ma D’Onofrio si occupava anche di consegnare ingenti somme in contanti al riciclatore cinese. E poi sapeva come risolvere le questioni immediatamente, era uno che ci sapeva davvero fare nell’ambiente criminale della droga e della corruzione nonchè del riciclaggio.
Le dimissioni di D’Onofrio dall’Aia
Secondo quanto apprende l’Ansa da ambienti arbitrali, D’Onofrio si è dimesso dal suo incarico all’Aia. Le dimissioni del dirigente arrestato sono state formalizzate lo scorso subito dopo l’operazione.
D’Onofrio arrestato: le parole di Gravina, presidente della FIGC: “Sono sconcertato”
“Sono sconcertato”. Lo dice il presidente della Figc, Gabriele Gravina, commentando la notizia dell’arresto per traffico internazionale di stupefacenti del procuratore dell’Aia D’Onofrio. “Ho subito chiesto riscontro al presidente Trentalange sulle modalità di selezione del Procuratore, in quanto la sua nomina è di esclusiva pertinenza del comitato nazionale su proposta del presidente dell’Aia. Una cosa è certa, la Figc assumerà tutte le decisioni necessarie a tutela della reputazione del mondo del calcio e della stessa classe arbitrale”.