Il ministro degli Esteri Antonio Tajani prepara la strategia diplomatica in vista del Consiglio Ue in programma domani a Bruxelles, specialmente in caso di nuove discussioni sul tema migranti.

Nei giorni scorsi l’ex coordinatore di Forza Italia aveva definito “sproporzionata” la reazione della Francia, facendo intendere che le prese di posizione piuttosto autoritarie da parte dei singoli ministri (l’ultima in ordine di tempo Colonna degli Esteri) sia il segnale di qualche inquietudine nascente all’interno del governo transalpino.

Migranti, Tajani legittima la sovranità delle decisioni governative

Antonio Tajani, titolare della Farnesina, difende e contrattacca al tempo stesso sulla delicata questione dei migranti, precisando in un’intervista concessa al Corriere della Sera che il problema è “politico e non volto a creare alcuna polemica con l’Eliseo”:

Non vogliamo fare polemica con la Francia, non li abbiamo danneggiati e siamo stati sempre corretti. Ma noi, con un confronto sereno, dobbiamo difendere le ragioni dell’Italia. Non può passare il principio che le Ong si mettono d’accordo e prendono a bordo i migranti. Noi sul tema migranti abbiamo posto un problema politico, non volevamo creare alcuna polemica. Da parte della Francia c’è stata una reazione sproporzionata, anche per questioni loro di politica interna. Vogliamo un’azione europea più forte, perché i settemila chilometri di costa italiana sono la frontiera Sud dell’Europa. Anche Manfred Weber, il presidente del Ppe, ci ha dato ragione.

Poi un messaggio alla Francia:

Noi abbiamo rispettato le regole e mantenuto gli impegni, mentre altri no. Poniamo un problema che riguarda il ricollocamento. Tredici Paesi Ue si sono impegnati a ricollocare 8 mila delle 90 mila persone arrivate nel 2022 e lo sa quante ne sono state ricollocate? Lo 0,13%, cioè 117

Il grido dell’Italia è chiaro e uniforme lungo l’intera maggioranza: serve una partecipazione più convinta e incisiva da parte dell’Europa. Per rafforzare il concetto, Tajani fa sue le parole espresse qualche giorno fa da Manfred Weber, il presidente del Ppe (gruppo parlamentare europeo a cui è affiliata Forza Italia), il quale affermò che “Roma non può essere lasciata sola”. A questo punto è sempre più probabile che domani, durante il Consiglio Ue, la nostra delegazione spingerà affinché si trovi una prima di congiunzione su un argomento tanto spinoso quanto divisivo (come già accaduto in passato), difendendo le decisioni sin qui adottate dal governo.

Il ministro ha definito l’iniziativa un “Piano Marshall per l’Africa” per indicare la necessità di negoziare accordi con i Paesi nordafricani poiché gli sbarchi siano più rigidamente controllati. Tra le richieste che verranno avanzate, inoltre, ci sarà la costituzione di un protocollo severo contro gli atteggiamenti mostrati dalle Ong nelle ultime settimane:

Bisogna impedire gli sbarchi e quando si prendono le barche dei trafficanti si distrugge il motore. Servono un vero Piano Marshall europeo per l’Africa e accordi con Libia, Tunisia, Marocco, Niger e altri Paesi del Sahel. Nel 2050 gli africani saranno quasi tre miliardi. Il problema va risolto a monte affrontando i cambiamenti climatici, le malattie, la povertà, le guerre, il terrorismo.

Sulle coste siciliane si registrano nuovi sbarchi: tra Pozzallo e Augusta sono giunte nella notte 325 persone, scortate dalla Guardia Costiera regionale.Successivamente si è proceduto a eseguire le operazioni di triage previste dal protocollo, grazie al coordinamento del dirigente generale della protezione civile regionale Sicilia, Salvo Cocina.