Martin Scorsese festeggia il suo compleanno e una cifra tonda: 80 anni per il maestro che ha cambiato per sempre il cinema americano, l’unico che è stato capace di attraversare 5 decenni venendo candidato in tutti al premio Oscar. L’onta dell’Academy, se così possiamo definirla, è stata vincere l’unico alla miglior regia con uno dei suoi rarissimi remake The Departed, mentre avrebbe meritato già un’intera libreria piena di statuette. Noi di TAG24 andiamo ad analizzare il cinema di Martin Scorsese nel giorno del suo 80esimo compleanno.
Martin Scorsese compleanno 80 anni, le origini del mito
Martin Scorsese, figlio di immigrati siciliani, nasce nel 1942 a Queens, ma i suoi genitori si trasferirono a Little Italy anche per motivi economici. Cresciuto in mezzo a generazioni di Scorsese sin dall’età di sette anni, egli comprende profondamente il mondo dei cosiddetti italo-americani e accetta così profondamente le sue origini italiane da definirsi specificatamente Sicilian American. Un amore che ha ribadito con forza in ogni occasione possibile, dalle sue visite con annessi finanziamenti alla Cineteca di Bologna con la sua fondazione fino all’incontro con Antonio Monda in occasione della Festa del Cinema di Roma, dove ha ricevuto un premio alla carriera e in occasione della quale ha tenuto una lectio magistralis sul cinema italiano spaziando da Fellini fino a Scola.
Martin Scorsese compleanno 80 anni, padre della New Hollywood
Dopo la crisi degli Studios negli anni ‘40 per la prima volta Hollywood vide il suo monopolio minacciato dalla Nouvelle Vague francese e dagli Spaghetti Western italiani. Il neorealismo rosselliniano, la modernità europea, la nouvelle vague si innesteranno nei lavori di alcuni registi statunitensi, dando vita a quel che sarà conosciuta come la New Hollywood di cui Martin Scorsese è stato uno dei padri indiscusso. Tra le caratteristiche di questo cinema c’è la scelta di privilegiare il personaggio rispetto alla trama, con un conseguente sfaldamento della logica ‘causa ed effetto’ è una delle più importanti e più dense di significato.
Martin Scorsese compleanno 80 anni, la realtà è l’empatia con il male
Martin Scorsese nel suo cinema ha come uno degli scopi principali il descrivere lo scenario il più possibile conforme alla realtà, tanto che troviamo spesso inseriti all’interno dei veri fatti di cronaca o vere immagini documentaristiche d’archivio: in GoodFellas il fatto che Henry Hill sia coinvolto con il furto della Air France svoltesi nel 1967, oppure l’uso di immagini riprese da un documentario per le esplosioni di edifici in Casino. Il nome di Martin Scorsese è indissolubilmente legato al genere del gangster, alle figure più controverse dell’America, con saltuarie fughe in generi fantastici come Hugo Cabret o thriller psicologici alla Shutter Island.
Martin Scorsese e il film che ha cambiato per sempre la storia
Taxi Driver è il primo film che viene in mente al 90% delle persone quando si parla di Martin Scorsese, un’opera che rappresenta una pietra miliare per il cinema scritta insieme ad un altro maestro come Paul Schrader. Ogni regista ha caratterizzato la ‘propria’ New York a seconda del proprio background e della propria percezione del particolare momento storico vissuto, ma è particolare il rapporto di Scorsese con la sua città. Tramite Travis, il protagonista del film ne descrive la decadenza alla metà degli anni ‘70, quando risponde alla domanda di Charles Palantine (Leonard Harris) su cosa lo infastidisca di più: “Beh, chiunque egli sia, lui [il Presidente] dovrebbe ripulire questa città qui perché questa città qui è tipo una fogna a cielo aperto”. Frasi fortissime, ma che evidenziano la spasmodica ricerca del realismo in Martin Scorsese dato che il monologo è stato girato durante uno sciopero degli operatori ecologici che aveva reso la città una vera e propria discarica a cielo aperto. In una intervista Scorsese declama come: “Quando vivi in una città, c’è una costante sensazione di edifici che diventano vecchi, cose che si stanno rompendo, ponti e metropolitane a cui servono riparazioni. Allo stesso tempo la società è in uno stato di decadenza; le forze di polizia non fanno il loro lavoro permettendo la prostituzione nelle strade, e chissà magari ci fanno sopra dei soldi anche loro”. Una città ridotta allo streguo della Gotham City di Batman, ed è curioso che forse proprio da li abbia tratto qualche ispirazione il maestro che tanto sta osteggiando il cinecomic. In realtà su questo aspetto possiamo sottolineare come la storica produttrice di Martin Scorsese, Emma Tillinger Koskoff, abbia partecipato al film Joker di Todd Phillips e di come anche il regista non abbia lesinato lodi alla pellicola che è proprio un omaggio a Taxi Driver e Re per una notte.
Martin Scorsese e il gangster movie, un amore lungo 50 anni
Il filo conduttore di molti tra i film di Scorsese può essere ricondotto al genere del Gangster Movie, un tema introdotto e discusso da Scorsese nell’arco degli anni fino al recente The Irishman. Nella sua ampia filmografia al riguardo, di cui ricordiamo: It’s not just you, Murray! (Non sei proprio tu, Murray!, 1964), Mean Street, Raging Bull (Toro Scatenato, 1980), GoodFellas, Casino, Gangs of New York (Gangs of New York, 2002) e The Departed. La sua versione di criminalità consente allo spettatore di poter guardare e quasi schierarsi dalla parte del male senza sentirsi in colpa. La natura melodrammatica dei suoi film fanno parte del nucleo centrale della sua analisi della criminalità nella comunità italo-americana che ha contribuito a raccontare meglio di chiunque altro. Ai suoi film viene associato il termine “melodramma” anche perché la mascolinità viene rappresentata in un momento di crisi acuta, melanconico per l’idealizzazione della perdita come perdita stessa. L’espressione gangster movie viene evocata in ognuno sia l’immagine di sparatorie e violenza efferata, ma anche questo lato melodrammatico, nel quale i personaggi vengono rappresentati in maniera empatica perché tutti amano un Corleone o un Henry Hill. Martin Scorsese è all’avanguardia nel suo cinema, mostra quasi un documentario su questo genere perché mostra come i gangster puntino solo a fare soldi e con le tante storie vere raccontate o ispirate mostra uno spaccato della comunità Italo-americana.
Martin Scorsese e la presenza costante della religione
Nel cinema di Martin Scorse che oggi festeggia il suo compleanno spegnendo 80 candeline c’è un rapporto antitetico e dialettico tra bene e male, come se esistesse un microcosmo che vive delle sue leggi e si dà la propria morale. Continuo è per esempio in Mean Streets il richiamo alla scelta, che potremmo chiamare libero arbitrio, in questo caso di vita. Questo aspetto viene perfettamente reso dal sottotitolo italiano del film: Domenica in chiesa e lunedì all’inferno uno dei rari esempi di buon adattamento.. In Taxi Driver, il male viene presentato come una degenerazione del bene, come la conseguenza di una nobile volontà. Tuttavia anche l’intenzione più nobile di essa deve fare i conti con la realtà. In una pellicola come Raging Bull, nel quale il male viene presentato come potenza latente, sempre pronta ad esplodere e venire fuori, il personaggio di Jake la Motta anche grazie al monumentale De Niro rivela tutte le difficoltà riscontrabili per un uomo nel tenere a bada una parte scomoda della propria indole e del proprio modo di essere. La rabbia, la violenza, la noncuranza del nostro protagonista verso il prossimo hanno tutte le caratteristiche per essere catalogate sotto l’etichetta di ‘male’, un male che Scorsese interpreta come entità incessantemente attiva riflessa in un bene che non sempre basta a risolvere le situazioni. La citazione finale nel film al Vangelo di Giovanni porta questo male descritto nella pellicola verso un’accezione e una elaborazione cristiana, introducendo una flebile speranza nella redenzione. Nei gangster movie il conflitto è sempre sottilmente giostrato e presentato da Scorsese, il male è evidente ed il bene spesso è lì, percepibile, anche se i nostri protagonisti si macchiano di omicidio con tanto di crocifisso al collo. Nel mondo così ben rappresentato da Scorsese bene e male, religione e crimine sono poli sovrapponibili e si attraggono tra loro.
Martin Scorsese compleanno con l’amico Robert De Niro, più che un sodalizio
Martin Scorsese non aveva intenzione di festeggiare il suo compleanno per gli 80 anni, ma l’amico di una vita Robert De Niro gli ha organizzato a New York una bellissima festa con tanti personaggi legati al regista da un rapporto profondo. Forse però è stato proprio l’incontro con Bob a cambiare per sempre la sua vita e la sua carriera: ”Quando mi mostra qualcosa, o quando ha un’idea, quando qualcosa arriva proprio dalla sua parte più viscerale, viene proprio direttamente fuori dalla sua anima. Sapete, sono sopreso che è sia sempre qualcosa estremamente valido e buono – in genere lo trovo abbastanza in accordo con quello che provo. Abbiamo sempre finito le frasi l’uno dell’altro creativamente. Lo facciamo così. Quando siamo alla ricerca di parole, creativamente, le troviamo. Ed è una cosa abbastanza rara”, spiega Scorsese sul suo attore feticcio. Nella storia del cinema sono rari i sodalizi professionali/artistici come quello di Martin Scorsese e Robert De Niro. Il regista al momento del loro incontro, era ancora alle prese con il farsi un nome nella regia, ed è proprio con il suo terzo progetto, Mean streets nel 1973 che inizia la collaborazione. Scorsese aveva 30 anni mentre De Niro era ancora ventenne. Mean Streets segna l’inizio di una relazione prolifica, che avrebbe portato alla realizzazione di alcuni dei film più influenti degli ultimi quattro decenni. Ad oggi, Martin Scorsese e Robert De Niro hanno fatto insieme nove film tornando a lavorare dopo tanti anni in The Irishman. Nel frattempo c’è stato un altrettanto intenso sodalizio con Leonardo Di Caprio, trasformato dalle collaborazioni con Scorsese nella nuova star più luminosa del cinema mondiale. Il rapporto con De Niro però è stato straordinario perché ha regalato alla settima arte capolavori unici ed innovativi per il periodo in cui sono stati realizzati. Molto divertente il cortometraggio The Audition nel 2015 diretto dallo stesso Scorsese e con interpreti De Niro e Di Caprio che parla proprio di questa contesa tra i due attori per ‘accaparrarsi’ il titolo di attore feticcio del regista ed il ruolo principale nel suo prossimo film. Per raccontare l’importanza di De Niro per Scorsese e la sua carriera dobbiamo citare un aneddoto: la Warner Bros non voleva finanziare The Goodfellas insistendo sul fatto che un grande attore venisse portato a bordo prima che accettassero di fare il film. Scorsese mostrò la sceneggiatura a Robert De Niro e gli chiese chi pensasse fosse adatto per interpretare il ruolo di Jimmy ‘the Gent’ Conway, il personaggio basato su Jimmy Burke. De Niro ha quindi suggerito di assumere lui stesso il ruolo. Questo ha soddisfatto sia Scorsese che Warner Bros. e lo studio ha accettato di finanziare il film per 26 milioni di dollari. In ennesima di prova di come nessun altro avrebbe potuto organizzare la festa di compleanno di Martin Scorsese.