È stato trovato morto dove aveva vissuto quasi 20 anni della sua vita, nell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi, Mehran Karimi Nasseri, il rifugiato iraniano noto per aver ispirato la pellicola “The Terminal” di Steven Spielberg, nella quale veniva interpretato da Tom Hanks. Oggi quasi ottantenne, l’uomo, che si faceva chiamare da tutti sir Alfred, aveva ripreso da poco a frequentare i terminal dell’aeroporto parigino e proprio lì si sarebbe spento, al numero 2F.
Mehran Karimi Nasseri è morto per cause naturali all’aeroporto Charles De Gaulle
A farlo sapere è stata l’agenzia di stampa francese Afp: Mehran Karimi Nasseri sarebbe morto al terminal 2F dell’aeroporto Charles De Gaulle di Parigi per cause naturali. A quanto pare, l’uomo, ormai quasi ottantenne, aveva ripreso da qualche settimana a vivere tra i terminal ed è stato trovato con diverse migliaia di euro addosso.
Era nato a Masjed Soleiman, nella provincia iraniana del Kuzistan, nel 1942 e con il soprannome di sir Alfred aveva eletto a sua dimora il famoso aeroporto francese dal novembre 1988, dopo un lungo girovagare alla ricerca della madre, a suo dire un’infermiera di origini scozzesi. L’aveva cercata a Londra, a Berlino e ad Amsterdam, ma senza risultati e da tutti questi Paesi era stato escluso non essendo in possesso di documenti regolari, mentre dall’Iran era stato espulso – come ha sempre sostenuto – a causa del suo attivismo politico contro lo scià Mohammad Reza Pahlavi, il leader della prima Rivoluzione islamica.
Nel 1988, al momento di reimbarcarsi per l’Inghilterra, era stato fermato dalle autorità francesi che, in mancanza del passaporto, non gli avevano permesso di partire. Aveva così deciso di rimanere nell’aeroporto e, nel 1992, quando la Francia era pronta a concedergli lo status di rifugiato, era rimasto in una sorta di limbo giuridico, perché la regolarizzazione del titolo di permanenza dipendeva dal fatto che presentasse la tessera di rifugiato precedentemente emessa dal Belgio, che avrebbe dovuto ritirare nel Paese, dove, in mancanza di documenti, non poteva recarsi.
Insomma, un lungo iter procedurale lo aveva colpito ma, alla fine, nel 1999, Mehran Karimi Nasser aveva ottenuto il suo visto, continuando a vivere nell’aeroporto parigino fino al 2006. Dopo tanti anni passati in una casa di accoglienza francese, dove era stato portato dopo un’ospedalizzazione nel 2006, ci era tornato solo qualche settimana fa, poco prima di spegnersi.
Non solo il personale dell’aeroporto, tutti lo conoscevano: Tom Hanks ha vestito i suoi panni in “The Terminal”, la pellicola di Steven Spielberg uscita nel 2004. “Sono lusingato che la mia storia possa ispirare dei film – aveva detto – qui trascorro le mie giornate a scrivere appunti sulla mia vita, a leggere giornali americani e inglesi e qualche romanzo. Ma qui non si può parlare di vita! Spero che ‘The Terminal’ mi aiuti a partire per gli Stati Uniti”. Sembra che lo studio cinematografico statunitense DreamWorks gli avesse offerto 250mila dollari per i diritti di utilizzo della sua storia, ma alla fine sir Alfred ha deciso comunque di spegnersi nel luogo che, forse più di tutti, ha caratterizzato la sua vita.
“The Terminal”, il film di Spielberg ispirato alla storia del rifugiato
La pellicola di Spielberg, uscita nelle sale nel 2004, racconta la storia di Viktor Navorski (interpretato da Tom Hanks), il cittadino di uno Stato immaginario di nome Krakozhia sorto dalla frantumazione dell’Urss nell’Europa orientale. Atterrato a New York, Viktor scopre che nel suo Paese, mentre lui era in volo, c’è stato un colpo di Stato: così, con un passaporto ormai privo di validità, è costretto a sostare in aeroporto prima per un giorno, poi per settimane, infine per mesi, ricordando la vicenda di sir Alfred.