Guerra in Ucraina, ultime notizie di domenica 13 novembre.
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky suona la carica dopo la liberazione di Kherson, avvenuta venerdì pomeriggio, e nell’ultimo videomessaggio serale alla nazione promette che ciò sarà solo l’inizio. Il leader ha ribadito che “nessuno sarà dimenticato o lasciato indietro” lungo l’intera costa sul Mar Nero: Melitopol, Donbass e Crimea sono le prossime tappe della riconquista. Poi un ringraziamento a chi in questi mesi ha “lottato, lavorato e sostenuto la vittoria dell’Ucraina”.
Tuttavia, il prezzo della riconquista di Kherson è salato: le truppe filorusse hanno distrutto le infrastrutture strategiche della città come i collegamenti di luce, acqua e gas, ma anche quelle legate alla rete internet. Stessa sorte è toccata al ponte di Antonov che collega la sponda sinistra della città sul Dnepr con la sua zona industriale e il corridoio che conduce alla Crimea. Zelensky promette che “tutto sarà ricostruito” e che le immagini dell’esercito con le bandiere ucraine e la popolazione civile in festa saranno riproposte altrove prossimamente.
Guerra in Ucraina, Dugin contro Putin
Se da un lato si ravvisa un clima di euforia diffuso dentro i confini di Kiev, l’altra faccia attuale della guerra in Ucraina mostra le prime crepe e i primi dissidi contro il presidente Putin.
Alexander Dugin, filosofo di spicco, ideologo e padre di Darya (la giovane uccisa a Mosca tre mesi fa), lancia un chiaro messaggio all’Occidente: “in nessun caso la Russia ha intenzione di alzare bandiera bianca” poiché qualsiasi tipo di pressione sarà esercitata sul Cremlino, esso risponderà in maniera più vigorosa e ciò comporterà il “suicidio dell’Occidente e dell’intera umanità“.
Ma tale messaggio, comparso su Telegram, era stato preceduto da un lungo sfogo a lui attribuito in cui si criticava duramente la fuga da Kherson. In breve, il riferimento riguardava il principio di autocrazia, nel quale i pieni poteri vanno riconosciuti sia in caso di successo che in caso di sconfitta: pertanto, il fallimento di Kherson è totale responsabilità di Putin e del Cremlino. Al suo interno anche una serie di citazioni filosofiche e storiche legate alla morte di importanti personaggi storici e fantastici, ma il post è poi stato rimosso con tanto di smentita.
Gli ultimi aggiornamenti
Intanto, secondo quanto riferiscono le fonti di informazione locale, nei pressi di Melitopol si è insediato un commando ceceno che risponde direttamente al leader Razman Kadyrov: comparse bandiere e posti di blocco. Contemporaneamente si segnalano una serie di esplosioni risalendo lungo il corso del fiume Dnepr: riferite distruzioni di case ed edifici a Hornostaivka (Kherson) e poi a Nikopol (Zaporizhzhia): quest’ultima città particolarmente sotto assedio nell’ultimo periodo.
Dalla Cambogia, al forum dell’Asean (i Paesi dell’Asia orientale) il ministro degli esteri russo Sergei Lavrov ha parlato dello stato attuale nella regione dell’Indo-pacifico, sottolineando come Stati Uniti e Nato abbiano intenzione di militarizzare l’intera area, mentre Russia e Cina si oppongono a tale procedura. Ecco il suo intervento:
Gli Stati Uniti, i loro alleati e l’Alleanza del Nord Atlantico stanno ora cercando di dominare questo spazio. La NATO non sta più dicendo che questa è un’alleanza puramente difensiva. Era difensiva quando esistevano l’Unione Sovietica e il Patto di Varsavia. Da allora, hanno una propria linea di difesa che hanno spostato più volte vicino ai nostri confini e ora, al vertice di Madrid di quest’estate, hanno annunciato di avere una responsabilità globale e che la sicurezza dell’Euro-Atlantico, dell’Indonesia e della regione del Pacifico è indivisibile.