Continua a tenere banco il tema dei migranti a proposito del quale il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha voluto esortare l’Europa all’azione. A margine della sua visita all’Eicma, Salvini ha infatti voluto “rimproverare” l’atteggiamento europeo che secondo il suo punto di vista resta troppo fermo sulle parole anziché passare all’azione:
Visto che tutti si riempiono la bocca della parola solidarietà europea, vediamo di applicarla. Se nel corso di quest’anno, fra le decine di migliaia, ormai siamo quasi a 90 mila di immigrati arrivati in Italia, la famosa solidarietà europea ne ha collocato 117, dove sta la solidarietà? Ormai lo hanno detto anche il Papa e Mattarella: l’Europa batta un colpo. Non può essere tutto sulle spalle di Italia, Spagna, Grecia o di Malta e Cipro. L’Europa è tutta Europa.
Poi un passaggio sulla situazione delicata con la Francia:
La crisi con la Francia? Per risolverla ci vuole il buonsenso. Sono orgoglioso di quello che il governo sta facendo, da tutti i punti di vista. Sono in totale sintonia con quello che il premier Meloni e il ministro Piantedosi stanno portando avanti. Conto che l’Europa faccia la sua parte.
Migranti, Italia, Cipro, Malta e Grecia: “Serve una discussione urgente”
Nel frattempo è arrivata la dichiarazione congiunta dei ministri di Italia, Cipro, Grecia e Malta sul tema migranti che hanno affermato:
L’Italia, la Grecia, Malta e Cipro, in quanto Paesi di primo ingresso in Europa, attraverso la rotta del Mediterraneo centrale ed orientale, si trovano a sostenere l’onere più gravoso della gestione dei flussi migratori nel Mediterraneo, nel pieno rispetto di tutti gli obblighi internazionali e delle norme dell’Ue. Urgente e necessaria una discussione seria su come coordinare meglio le operazioni nel Mediterraneo.
Poi hanno continuato:
Abbiamo sempre sostenuto con forza la necessità di sviluppare una nuova politica europea in materia di migrazione e di asilo, realmente ispirata ai principi di solidarietà e responsabilità, e che sia equamente condivisa tra tutti gli Stati membri.
E ancora:
Il 10 giugno scorso abbiamo approvato una dichiarazione Politica che istituisce un meccanismo di relocation temporaneo e volontario, nonostante i Paesi Med 5 sostenessero uno schema di relocation obbligatoria. Purtroppo, il numero di impegni di relocation assunti dagli Stati membri partecipanti rappresenta solamente una frazione molto esigua del numero effettivo di arrivi irregolari che abbiamo ricevuto finora nel corso di questo anno. Inoltre, a tutt’oggi il meccanismo si è dimostrato lento nel raggiungere il suo obiettivo dichiarato di alleviare quell’onere a cui tutti noi, come Stati membri di prima linea, siamo costantemente esposti, in quanto finora solo un esiguo numero di relocation è stato effettuato’.
Migranti, la delusione dei ministri nella dichiarazione congiunta
Continuando nel loro messaggio, i ministri di Italia, Malta, Cipro e Grecia hanno sottolineato la propria delusione per la gestione attuata finora:
Tutto ciò è increscioso e deludente, soprattutto in questo momento in cui i nostri Paesi devono affrontare sempre più frequentemente una pressione migratoria che sta mettendo a dura prova il nostro sistema di asilo e di accoglienza. In attesa di un accordo su un meccanismo di condivisione degli oneri che sia efficace, equo e permanente, non possiamo sottoscrivere l’idea che i Paesi di primo ingresso siano gli unici punti di sbarco europei possibili per gli immigrati illegali, soprattutto quando ciò avviene in modo non coordinato sulla base di una scelta fatta da navi private, che agiscono in totale autonomia rispetto alle autorità statali competenti.
Poi la chiusura:
Ribadiamo la nostra posizione sul fatto che il modus operandi di queste navi private non è in linea con lo spirito della cornice giuridica internazionale sulle operazioni di search and rescue, che dovrebbe essere rispettata. Ogni Stato deve effettivamente esercitare la giurisdizione e il controllo sulle navi battenti la propria bandiera. Nel pieno rispetto delle competenze degli Stati costieri in conformità con il diritto internazionale, riteniamo urgente e necessaria una discussione seria su come coordinare meglio queste operazioni nel Mediterraneo, anche garantendo che tutte queste navi private rispettino le pertinenti convenzioni internazionali e le altre norme applicabili, e che tutti gli Stati di bandiera si assumano le loro responsabilità in conformità con i loro obblighi internazionali. Chiediamo alla Commissione Europea e alla Presidenza di adottare le misure necessarie per avviare tale discussione.