Alexandr Dugin, filosofo nazionalista russo, si è scagliato contro Vladimir Putin (senza mai citarlo) con un post su Telegram, dichiarando che la ritirata da Kherson è l’ultima possibile e che nel caso se ne verificassero altre chi è al potere dovrebbe essere eliminato.

Dugin, la cui figlia è rimasta uccisa in un attentato vicino Mosca, ha pubblicato un articolo sul sito della tv Tsargrad e in seguito un post su Telegram e altre piattaforme Social, post che è stato poi eliminato.

Nonostante sia sparito dalle varie piattaforme il messaggio continua a girare all’interno degli apparati russi, e sta lasciando degli strascichi nei palazzi del potere del Cremino.

L’accusa di Dugin a Putin

Diamo al sovrano la pienezza assoluta del potere per proteggerci tutti – il popolo e lo Stato – in un momento critico. Se per questo si circonda di spiriti maligni o sputa sulla giustizia sociale, questo è spiacevole, ma sappiamo che ci protegge. E se non ci proteggesse? In quel caso lo attende il destino del ‘Re delle piogge’ (vedete Frazer).

Il riferimento del filosofo è a un racconto di James Frazer, il Ramo d’oro, dove il re viene ucciso perché non porta pioggia alla corte durante un periodo di siccità.

L’autocrazia ha un aspetto negativo. Pieni poteri in caso di successo, ma anche piena responsabilità in caso di fallimento”, scrive ancora il filosofo, senza mai citare direttamente Putin. “A Kherson si sono arresi del tutto. Nessuna critica verso Surovikin (il comandante delle truppe russe in Ucraina), lui non è un politico, è responsabile della parte tecnica del fronte. La critica non è verso di lui, ma per chi sapete bene. Nessuna operazione di pubbliche relazioni in questo caso ci salverà. In una situazione critica, le tecnologie politiche non funzionano affatto. La storia parla oggi e pronuncia parole terribili.