Sono finiti agli arresti domiciliari tre persone operanti in una casa di riposo di Palermo con l’accusa di maltrattamenti nei confronti degli ospiti anziani.

La struttura incriminata è “La casa di mamma e papà” situata in via Empedocle Restivo al civico numero 90, poco distante dal centro del capoluogo siciliano.

Le indagini all’interno della casa di riposo sono iniziate circa un anno fa in seguito alla denuncia di una ex dipendente del centro per anziani, che avrebbe segnalato ai Carabinieri della Compagnia di San Lorenzo e della Stazione di Partanna Mondello i continui maltrattamenti nei confronti degli anziani e della condotta violenta perpetrata da parte dei gestori. I successivi accertamenti, coordinati dal sostituto procuratore Maria Rosaria Perricone, avrebbero poi constatato effettivamente i soprusi e le vessazioni a cui gli ospiti anziani erano soggetti. Il tutto è stato quindi segnalato al Gip di Palermo, Nicola Aiello, che ha firmato il provvedimento di arresto dei tre responsabili.

Si tratta del titolare della struttura Giuseppe Guercio, di 60 anni, di suo figlio Daniele, di 34 anni, e di una dipendente, Antonia Vinciguerra, di 59 anni.

In generale l’accusa per i tre soggetti posti agli arresti domiciliari è di non aver garantito la dovuta assistenza agli anziani, con continue manifestazioni di disprezzo per gli inermi ospiti. Secondo gli inquirenti i maltrattamenti fisici e le angherie verbali si protraevano da tempo.

La Procura, inoltre, sospetta che il titolare Giuseppe Guercio avrebbe avuto sentore dei controlli da parte delle forze dell’ordine e a tal proposito stava disponendo l’installazione di telecamere all’interno della struttura per individuare gli eventuali testimoni, sia all’interno del personale dipendente sia nei familiari delle anziane vittime.

L’operazione è stata comunque inutile dato che i Carabinieri indagavano già nella casa di riposo a partire dallo scorso Gennaio, con gli accertamenti che sono continuati fino all’arresto dei tre responsabili. Le prove dei maltrattamenti sono infatti state immortalate dalle telecamere nascoste da parte degli agenti. Nei prossimi giorni, i tre arrestati verranno ascoltati dal gip nell’interrogatorio di garanzia.

Palermo maltrattamenti anziani: gli episodi denunciati

Nell’inchiesta sarebbe poi stato scoperto che, durante la notte, Giuseppe Guercio avrebbe ripetutamente immobilizzato uno degli ospiti, utilizzando del nastro adesivo per assicurare l’anziano alle sponde del letto. Non solo, perché pare, da quanto raccontato dall’ex dipendente che ha denunciato il fatto, che lo stesso ospite, affetto da disturbi psichiatrici, sia stato anche chiuso a chiave nella sua stanza e abbia subito minacce continue.

Al paziente, già enormemente provato dalla sua condizione di salute mentale e fisica, sarebbe quindi stato impedito qualsiasi possibilità di movimento, segregato per ore nella sua stanza, senza che alcun operatore prestasse lui l’assistenza necessaria.

Per questo motivo il gestore della struttura è accusato anche di sequestro di persona e abbandono di soggetto incapace, oltre che di maltrattamento nei confronti di individui fragili.

L’ospite sarebbe stato vittima anche della dipendente Antonia Vinciguerra. La donna avrebbe maltrattato l’anziano, insultandolo e umiliandolo ripetutamente. Secondo le dichiarazioni messe agli atti dalla testimone, l’operatrice sanitaria avrebbe appellato l’ospite anziano con l’epiteto “scimunito” e sottolineato più volte la sua scarsa igiene. La donna era poi solita urlare agli ospiti accentuando le loro condizioni di difficoltà e aumentando così il loro disagio.

Sarebbe inoltre accaduto un altro episodio in cui un’altra ospite sarebbe stata completamente avvolta da una coperta, compreso il volto, causandone difficoltà respiratorie.

Spesso, inoltre, gli addetti all’assistenza ignoravano le esigenze dei pazienti: è infatti il caso di due ospiti, fratello e sorella, le cui richieste di intervento sarebbero state regolarmente ignorate e di fatto sarebbero stati abbandonati nelle loro stanze.

Ulteriori indagini dovranno poi chiarire se in passato anche altri ospiti della casa di riposo abbiano subito simili maltrattamenti.