Palazzo Albergati Bologna mostra “Jago, Bansky, TvBoy e altre storie controcorrente” dall’11 novembre 2022 al 7 maggio 2023.

È stata inaugurata ieri, a Palazzo Albergati, l’esposizione che presenta circa 60 opere realizzate da tre degli street artists più discussi degli ultimi tempi: Jago, Bansky e TvBoy. Tre artisti che in comune, stilisticamente, hanno poco, ma che condividono l’interesse per l’attualità, facendosi portavoci di un’arte che è spesso di denuncia e di riflessione. Su questo filo gioca la mostra, dal titolo “Jago, Bansky, TvBoy e altre storie controcorrente”, che si presenta come una tripla monografica delle opere più significative di ciascun protagonista.

Palazzo Albergati Bologna mostra “Jago, Bansky, TvBoy e altre storie controcorrenti”

La mostra ospitata a Palazzo Albergati, curata da Piernicola Maria Di Iorio e visitabile fino al 7 maggio 2023, “racconta alcune delle storie più estreme e trasgressive della public art italiana ed internazionale, attraverso il dialogo tra il misterioso artista inglese e i più influenti artisti italiani del momento”. Protagonisti sono Bansky, Jago e TvBoy, tre artisti che, ognuno a suo modo, hanno fatto molto discutere negli ultimi anni e le cui opere vengono presentate ora insieme al pubblico per la prima volta, unite dal filo della provocazione che le contraddistingue.

“Jago, Bansky e TvBoy hanno sovvertito le regole dell’arte, rifiutando di entrare a far parte di un sistema imbrigliato ed escludente; tre artisti che hanno ‘creato un precedente’ e fatto parlare della loro arte arrivando al cuore del grande pubblico”, spiega il sito dedicato alla mostra. “Controcorrente” si presenta come una tripla monografica che mostra le opere più significative di ognuno di loro: dalla Girl with Baloon Bomb Love di Banksy; Apparato circolatorio Memoria di sé di Jago; la serie dei baci e quella degli eroi di TvBoy, oltre a pezzi iconici dell’artista come la coppia “modernizzata” che ha dato vita all’enorme opera che dà il benvenuto all’aeroporto di Roma Fiumicino, oppure il Gino Strada con il cartello “stop war” comparso una notte di qualche mese fa sui muri di Milano.

Questi i tre nuclei principali, ai quali si uniscono poi molte opere di varie generazioni di artisti che da loro hanno preso ispirazione e spunto, o che semplicemente si inseriscono nel percorso controculturale che li caratterizza: da Obey – in mostra con il celebre manifesto Hope, realizzato nel 2008 per sostenere la campagna presidenziale di Barak Obama – a Mr. Brainwash (di cui, tra gli altri, un esemplare della sua Mona Linesa), da Ravo La ragazza con l’orecchino di perla a Laika e il suo celeberrimo Not this “game” fino a Pau con la sua serie delle Santa Suerte. Sono circa 60, in totale, le opere ospitate a Palazzo Albergati, in un percorso alla scoperta degli enfants terribles dell’arte che non poteva che essere ospitato a Bologna, città della controcultura per eccellenza.

Quello pensato dal curatore è un vero e proprio dialogo – suddiviso in quattro sezioni – che porta il visitatore a cogliere le differenze, ma anche le similitudini che caratterizzano alcuni dei massimi rappresentanti della street art europea che, in questo momento, è un punto di riferimento internazionale. Si parte con Jago, classe 1987, il primo artista ad aver inviato una scultura, The First Baby, sulla Stazione Spaziale Internazionale e noto, tra le altre cose, per aver raffigurato Papa Benedetto XVI in Habemus Hominem; si passa poi a Bansky, l’artista inglese rimasto anonimo che ha dipinto i muri di tutto il mondo denunciando crimini, abusi e violenze e di cui le ultime opere sono apparse, non a caso, in Ucraina, teatro del conflitto contro la Russia. La terza sezione è quella dedicata a Salvatore Benintende, in arte TvBoy, vera e propria icona dell’arte contemporanea italiana, come i tanti altri che – come si mostra nella quarta e ultima sezione – si sono fatti e si stanno stanno facendo strada negli ultimi tempi.