Tragico incidente in provincia di Mantova dove un uomo di 92 anni è stato caricato e aggredito da un cinghiale che si era introdotto nell’azienda agricola del figlio.

Le condizioni dell’anziano sono subito apparse gravi ed è stato trasportato d’urgenza in eliambulanza all’ospedale di Cremona dove si trova in rianimazione e ha dovuto subire l’amputazione di un braccio e di una gamba. 

Il dramma si è verificato nella giornata di Mercoledì 9 Novembre in un’azienda agricola di San Giovanni del Dosso, nel basso mantovano. L’anziano si trovava da solo nella sua abitazione quando ha improvvisamente sentito i suoi cani abbaiare in continuazione. A quel punto, attirato dai continui guaiti degli animali, l’uomo è uscito e ha visto un cinghiale sull’aia, probabilmente arrivato dalla strada. Appena l’anziano si è avvicinato, l’animale selvatico, forse innervosito dalla presenza dei cani e affamato per la mancanza di cibo, lo ha aggredito, mordendolo sia a un braccio che a una gamba e poi all’addome.

Quando il figlio e il nipote della vittima hanno fatto ritorno a casa hanno visto il 92enne a terra, sanguinante e il cinghiale che si stava allontanando.

Mantova uomo aggredito da cinghiale: l’arrivo dei soccorsi

L’uomo è stato prontamente soccorso e trasportato in gravi condizioni in ospedale dove si trova tuttora.

Il sindaco di San Giovanni del Dosso, Angela Zibordi, ha diffuso una nota per mettere in guardia i concittadini soprattutto di notte quando si trovano in auto e, nel caso di un avvistamento di cinghiale, ha consigliato “di avvertire subito le autorità”. 

Dopo l’aggressione è iniziata la caccia all’animale. Per questo motivo è stato avviato un continuo monitoraggio per seguire piste utili all’individuazione del cinghiale, non solo nella provincia di Mantova ma anche in quella di Modena. Nell’incidente anche uno dei cani del 92enne sarebbe rimasto gravemente ferito, nel tentativo di salvare il suo padrone.

Nuova aggressione all’uomo da parte dei cinghiali

Nei pressi di un posto di blocco dei Carabinieri a Sciara, lungo la strada statale 113 che collega il capoluogo siciliano con Messina, nella giornata di ieri, un cinghiale di oltre 80 chili ha aggredito due militari, caricandoli e costringendoli ad estrarre la pistola d’ordinanza.

I militari hanno tentato di difendersi prima sparando dei colpi di avvertimento, cercando di spaventare l’animale, per poi essere costretti a mirare all’animale per abbatterlo.

Il cinghiale adulto, che presentava tracce di ferite da arma da fuoco, antecedenti agli spari dei Carabinieri, era già caduto vittima dell’attenzione di qualche cacciatore nelle ore immediatamente precedenti l’evento. Impazzito per il dolore, l’animale era divenuto così ancora più aggressivo del normale e di fronte allo sbarramento ha attaccato gli uomini in divisa.

Questo ennesimo incidente riporta agli onori della cronaca la difficile convivenza fra esseri umani e cinghiali, soprattutto in un territorio come quello siciliano in cui la specie in questione è stata reintrodotta abusivamente a più riprese nel corso degli ultimi decenni.

In questo caso è molto probabile che le ferite riportate dall’animale durante il suo confronto con il cacciatore abbiano altresì favorito l’aggressione nei confronti dei militari in quanto, come testimoniato dai tecnici dell’Asp che sono intervenuti per i rilievi sul corpo dell’animale, la ferita riportata alla bocca del suino era molto profonda e dolorosa.

Questo nuovo confronto con gli animali selvatici rischia di incancrenire ulteriormente i rapporti fra il mondo venatorio e quello degli ambientalisti siciliani. L’estate scorsa i cacciatori avevano fatto infatti pressioni per un piano di abbattimenti di cinghiali e lo scorso 25 Luglio si erano visti respingere l’appello voluto dalle Associazioni venatorie contro l’ordinanza del TAR Palermo che, aveva sospeso l’apertura anticipata della caccia in Sicilia autorizzata e emanata dall’Assessorato regionale dell’Agricoltura.