Walt Disney è finita nell’occhio della critica per la sua politica di licenziamenti, accomunata ad altri grandi colossi dell’intrattenimento americano come Twitter e Facebook. Tuttavia, il dichiarato intento di ridurre i costi a livello aziendale cozza contro le cifre registrate nel 2022 a livello globale e segmentando i suoi asset.

A propria discolpa, l’azienda ha giustificato tale presa di posizione giudicando “inferiori alle attese” i risultati del quarto trimestre fiscale: parole che fecero crollare il titolo in Borsa a Wall Street fino al 10%.

Walt Disney, quali sono le cifre che preoccupano l’amministrazione

In molti hanno descritto lo scenario attuale di Walt Disney come “il momento più critico degli ultimi 20 anni“. E come tale, serve correre ai ripari, soprattutto in un clima dove l’incertezza sul futuro regna sovrana. Così, in una nota diramata dal Consiglio di amministrazione, la famosa multinazionale dell’intrattenimento ha votato un provvedimento a favore dello “stop selettivo delle assunzioni” e sulla riduzione di alcuni posti di lavoro

La lettera, firmata del Ceo Robert Chapek, rimarca che i 190mila dipendenti attuali di Disney non sarebbero in pericolo, ma che alcuni reparti ritenuti poco strategici dal board saranno consolidati senza l’ingresso di nuove figure. Come molti altri leader prima di lui, anche Chapek sottolinea che sono in arrivo “decisioni difficili e scomode” dettate dal ruolo che la leadership di mercato richiede. Non solo, ma il contenimento dei costi passa anche per l’abolizione delle spese superflue: meno viaggi di lavoro, più riunioni virtuali. A dimostrazione di quanto la cosa sia presa sul serio dall’azienda è stata istituita una commissione atta a vigilare il bilancio. Queste le parole di Chapek:

Stiamo limitando le aggiunte di personale attraverso un blocco mirato delle assunzioni. Le assunzioni per un piccolo sottoinsieme delle posizioni più critiche e trainanti per il business continueranno, ma tutti gli altri ruoli sono sospesi. I vostri leader di settore e i team delle Risorse Umane hanno dettagli più specifici su come questo si applicherà ai vostri team. Sono pienamente consapevole che questo sarà un processo difficile per voi e i vostri team. Dovremo prendere decisioni difficili e scomode. Ma questo è proprio ciò che la leadership richiede.

Stando ai calcoli finanziari, i servizi di streaming della Disney hanno perso 1,47 miliardi di dollari lo scorso trimestre, vale a dire più del doppio rispetto all’anno precedente. Il direttore finanziario McCarthy è convinto che il debito sarà migliorato nel 2023 prima di un’inversione di tendenza prevista nel 2024. Sembra strano scrivere tutto ciò a pochi mesi dallo storico sorpasso in termini di abbonati che Disney+, il principale servizio di streaming, ha effettuato su Netflix (oggi sono 235 milioni gli abbonamenti tra unici e condivisi con altre piattaforme). Ma come accaduto altrove l’esigenza delle grandi compagnie è quella di monetizzare quanto più possibile questo vasto bacino: il primo passo, già annunciato ed effettivo in alcuni mercati, sarà l’aumento delle tariffe.

Infine, per quanto concerne i parchi divertimento (l’altro grande asso nella manica), tutti i siti hanno riaperto dopo la pandemia a eccezione di quello cinese a Shanghai. Nel corso del 2022 l’incasso previsto è di circa 8 miliardi di dollari (sugli 84 attesi).