Scandalo ginnastica ritmica: a tornare sulla questione dei maltrattamenti subiti dalle atlete – le cui denunce negli ultimi giorni sono state a decine -, è stato ora Enrico Casella, allenatore della Nazionale di artistica femminile. Il tecnico ha fatto riferimento, in particolare, alle parole della campionessa Vanessa Ferrari, che in un lungo post pubblicato sui social si era espressa sull’argomento, denunciando a sua volta episodi di abusi. “Condivido appieno le sue parole – ha dichiarato -. Le sono stato vicino per 25 anni. Penso che sia un’atleta fuoriclasse, ma soprattutto una persona eccezionale. Ho avuto la fortuna di poterla conoscere a fondo e di starle accanto in prima persona per molti anni, sia quando vinceva sia quando si è trovata ad attraversare momenti difficili”.
Scandalo ginnastica ritmica: le parole di Enrico Casella
Ad aprire la lunga scia di denunce di abusi psicologici erano state, qualche settimana fa, le due atlete Nina Corradini e Anna Basta; poi c’era stato l’esposto presentato dalla madre di una “farfallina” a ChangeTheGame, associazione che si batte per proteggere atlete e atleti dagli abusi nello sport, a cui aveva fatto seguito lo sfogo di Giulia Galtarossa, che aveva raccontato dei suoi disturbi alimentari, causati dalle continue vessazioni durante gli allenamenti. Era stato così organizzato un incontro tra il neoministro allo Sport, Andrea Abodi, il presidente del Coni, Giovanni Malagò e il presidente della Federginnastica, Gherardo Tecchi, al termine del quale si era messa in luce la necessità di intervenire sulla questione.
Ma le testimonianze, nel frattempo, sono continuate. Ad attirare l’attenzione soprattutto quella di Vanessa Ferrari, che ha affermato di non essere stata sorpresa dalle denunce, visto che lei stessa ne aveva parlato in passato. “Conosco perfettamente questi aspetti – ha scritto -, l’ho detto più volte, come tanti altri ho vissuto sulla mia pelle i problemi alimentari e all’età di 19 anni mi mandarono in una clinica a Verona, grazie al supporto di esperti e dopo un paio di anni di percorso sono riuscita a guarire”. E ha proseguito: “Ho avuto modo di confrontarmi anche con il pensiero di altri ginnasti ed ex ginnasti e spero che finalmente si possa intervenire definitivamente affinché la ginnastica, lo sport che amiamo, senza distinzioni di sezioni o di livello, sia pulito”.
Oltre ai sacrifici, anche la salute: è questo il messaggio della campionessa, le cui parole sono state riprese ora dal tecnico Casella. “La ringrazio per aver ricordato che anche la Federazione le è stata vicino in questi periodi, fornendole tutto il supporto necessario e affiancandole specialisti dedicati e portandola infine a conquistare la medaglia d’argento a Tokyo”. “È doveroso sottolineare – ha aggiunto – che il metodo di allenamento è profondamente cambiato negli ultimi anni e io stesso ho personalmente contribuito a modificare tutti quegli atteggiamenti che consideravo sbagliati. Per gli atleti di alto livello, il sacrificio è parte integrante della disciplina, ma abusi e insulti non possono essere tollerati né tantomeno accettati. La bilancia non può essere strumento di vessazione e singoli comportamenti sbagliati devono essere perseguiti con il massimo rigore. Questo sport – ha concluso – è sano e bellissimo, e per questo va protetto”. Nel pomeriggio di oggi anche Carlotta Ferlito aveva deciso di aprirsi sui suoi disturbi alimentari, facendoli risalire a quando aveva solo 8 anni e un’allenatrice, nel suo primo collegiale di ginnastica, aveva preso a farle pesare il fatto di mangiare “troppo”, chiedendole di dimagrire. “Mi chiamavano ‘grassa come un maiale’ […] tutte cose che sono passate, ma nella testa non passano mai”. “Non siete soli – ha concluso – “succede, ne usciremo insieme”.