Ora che il felice epilogo della vicenda è stato scritto cominciano a emergere i dettagli più spiacevoli e sofferti dei 40 giorni di prigionia di Alessia Piperno, la 30enne romana rientrata ieri in Italia dopo una lunga detenzione in Iran.
E’ soprattutto il papà Alberto, che si era sempre battuto contro l’idea che la figlia si fosse recata nell’ex Persia per manifestare apertamente contro il regime dittatoriale, lei che era sempre stata così rispettosa delle culture vigenti nei luoghi da lei visitati.
Alessia Piperno, il fratello David: “Bello riaverla a casa con noi”
Tra le rivelazioni postume del rimpatrio di Alessia Piperno ci sono i pensieri che attraversavano la mente della travel blogger durante il periodo nel carcere di Evin, giudicato “un’inferno”. Al punto che, secondo quanto raccontato, la 30enne era convinta di essere in procinto di trasferirsi in un’altra struttura detentiva, prima dell’inaspettata sorpresa.
Ciò che più risalta dai suoi racconti è il trattamento riservato ad altre compagne di cella, che evidenzia ancora una volta come l’asse diplomatico tra Italia e Iran abbia funzionato egregiamente: un vero e proprio privilegio non toccato ad altri stranieri, americani e spagnoli in primis, sballottati da una parte all’altra del carcere e della città di Teheran. Lo conferma anche il padre, che riferisce il divieto di visita ai detenuti da parte delle altre ambasciate. Tra le preoccupazioni di Alessia anche il timore di non riuscire a fare gli auguri al padre di persona, un “qualcosa di mai successo” secondo i funzionari: lei stessa che era stata sequestrata proprio il giusto del suo 30esimo compleanno.
La famiglia ha riassaporato i momenti di normalità che tanto erano mancati. Alessia ha infatti dormito nel letto insieme ai genitori dopo una lunghissima chiacchierata. Il fratello David ha confessato che il suo desiderio era di mangiare “una semplice pasta all’arrabbiata”, definendo “impressionante” svegliarsi con la presenza della sorella in casa. Lui stesso ha poi detto alla stampa assiepata davanti alla cartolibreria di famiglia che “sarà lei a decidere se e cosa raccontare“: ora è il momento del sollievo e della gioia ritrovata.