Non ce l’ha fatta Debora Pierini, la giovane neomamma superstite nell’esplosione della palazzina di Torre in provincia di Lucca avvenuta il 27 Ottobre e da quel giorno ricoverata al Centro Grandi Ustionati di Cisanello a Pisa dopo aver messo al mondo il suo bambino. 

La 26enne, che riportava ustioni di secondo grado per quasi tutto il corpo, si è spenta nella notte dopo due settimane dal terribile crollo in cui hanno perso la vita altre due persone, Luca Franceschi e la compagna Lyudmyla Perets, e per il quale la procura nelle ultime ore ha inviato 37 avvisi di garanzia.

La morte di Debora, sopraggiunta dopo 15 giorni di sofferenze in ospedale, colpisce due comunità. Quella di Lucca, dove risiedeva e quella di Seravezza dove era nata e cresciuta.

Il sindaco di Lucca Mario Pardini ha espresso il cordoglio dell’amministrazione: 

“A breve sarà attivato un conto corrente per raccogliere fondi a favore delle famiglie delle vittime di Torre, dove potranno confluire le donazioni di soggetti pubblici e privati, a partire dalla somma raccolta da Lucca Crea nel corso dell’asta di beneficenza dell’Area Performance di Lucca Comics. Il Comune di Lucca darà il proprio contributo nelle forme e nei modi previsti dalle norme, ma anche i singoli amministratori doneranno in forma privata una somma sul conto, che nasce come risposta istituzionale a un sentimento di solidarietà diffuso e condiviso.”

Cordoglio espresso anche dal sindaco di Seravezza Lorenzo Alessandrini:

“L’amministrazione comunale e tutta la comunità seravezzina, appresa la notizia della scomparsa di Debora Pierini, partecipano all’immenso dolore dei genitori e del marito della giovane originaria di Seravezza, rimasta gravemente ustionata nell’esplosione della palazzina in cui viveva a Torre di Lucca. L’amministrazione comunale è in costante contatto con i familiari, per comprendere passo dopo passo le esigenze e far fronte a quanto si renderà necessario, anche per il piccolo figlio Dante, nato dopo l’esplosione con un parto cesareo di emergenza.”

Esplosione Lucca: 37 indagati

Sono 37 gli avvisi di garanzia notificati dalla Procura di Lucca nell’ambito dell’inchiesta aperta dal sostituto procuratore Antonio Mariotti sulla terribile esplosione di gas che il 27 Ottobre a Torre causò la morte di una coppia e il ferimento di altre tre persone, fra le quali una ventiseienne incinta all’ottavo mese, morta la scorsa notte.

La Procura ha scelto in questa fase iniziale di indagare tutti i soggetti potenzialmente coinvolti a qualsiasi titolo nelle indagini, anche se molti, verosimilmente, vedranno poi archiviata la propria posizione.

Gli avvisi riguardano l’intero Cda attuale e quello precedente di Gesam Reti Spa, l’intero Cda attuale e precedente di Gesam Gas & Luce e i responsabili tecnici della stessa società del gas, i responsabili amministrativi e tecnici dell’azienda Celfa Srl, compresi alcuni dipendenti che hanno allacciato la rete del metano e gli stessi proprietari delle due abitazioni saltate in aria. Tra gli altri indagati anche i tecnici installatori dell’impianto Gpl nell’altra abitazione e il titolare dell’impresa New Ennedi per lavori idraulici e fognari. 

Sono indagati poi, anche i responsabili delle certificazioni dei due impianti a gas e infine il referente di un’associazione che aveva affittato l’abitazione per conto della coppia rimasta poi uccisa nell’esplosione.

Le autopsie affidate al medico legale Stefano Pierotti e gli accertamenti che dovrà eseguire sul posto l’ingegner Francesco Marotta, già consulente della Procura al processo per la strage di Viareggio, dovranno ricostruire la dinamica della tragedia.

I reati ipotizzati in questa fase delle indagini sono l’aver causato l’esplosione e il crollo delle due abitazioni confinanti dove vivevano due nuclei familiari oltre all’omicidio colposo per la morte della coppia e ora anche per la morte di Debora Pierini.

Gli indagati, inoltre, dovranno rispondere di lesioni personali nei confronti dei due operai che si trovavano a passare su un autocarro di un’impresa edile sulla via per Camaiore e che vennero investiti dal materiale proveniente dall’esplosione.