Che cos’è il fringe benefit e quali sono le nuove misure previste dal Governo Meloni? Si tratta di premi che fanno parte della macro-categoria dei compensi in natura, cioè la retribuzione corrisposta dal datore di lavoro al lavoratore dipendente in busta paga non in denaro, bensì attraverso l’erogazione di beni e servizi. Nel decreto Aiuti quater approvato ieri, 10 novembre, dal Consiglio dei ministri, si prevede un innalzamento della soglia dei premi esenti da tassazione: si passa da 600 a 3.000 euro.

Che cos’è il fringe benefit?

I compensi in natura di cui i fringe benefits fanno parte sono regolati dall’articolo 2099 del codice civile relativo alla retribuzione, che al comma 3 prevede che “il prestatore di lavoro può anche essere retribuito in tutto o in parte con partecipazione agli utili o ai prodotti, con provvigione o con prestazioni in natura”. Costituiscono quindi vantaggi accessori sullo stipendio, al di là del denaro percepito dal lavoratore in busta paga e sono erogati sulla base di una particolare mansione svolta, essendo regolati dai vari CCNL di categoria e solitamente previsti anche in un piano di welfare aziendale. Tra i più comuni troviamo i buoni pasto, le auto e i cellulari aziendali e i prestiti agevolati ai dipendenti: ciò che li accomuna è l’essere assoggettati a una particolare disciplina di tassazione, dovendo comparire nel cedolino della busta paga del lavoratore che ne beneficia. Ma per la retribuzione accessoria in natura esiste una soglia di esenzione: come disposto dalla legge all’articolo 51 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), non concorrono a formare reddito i beni e i servizi garantiti dal datore quando il loro valore complessivo non supera, nel periodo d’imposta cioè nell’intero anno, euro 258,23. Al contrario, se i beni e i servizi hanno un valore superiore, questo concorre per intero a formare il reddito. Ma questa soglia è stata alzata dal decreto Aiuti bis, arrivando a 600 euro.

Le nuove misure previste nel decreto Aiuti quater

Ora il nuovo decreto Aiuti quater approvato dal Cdm prevede un ulteriore innalzamento della soglia dei premi esentasse che le imprese potranno concedere ai propri dipendenti sottoforma di fringe benefits per pagare anche le bollette. Il provvedimento, già anticipato nei suoi primi discorsi da premier da Giorgia Meloni, prevede una modifica al decreto Aiuti bis, quindi “limitatamente” al periodo d’imposta 2022: secondo quanto previsto dal testo, il valore dei beni ceduti e dei servizi prestati al lavoratore dipendente, nonché le somme erogate o rimborsate allo stesso dal datore di lavoro per il pagamento delle utenze domestiche di acqua, luce e gas, non concorreranno a formare il reddito imponibile nel nuovo limite di 3.000 euro. Si passa così dalla soglia dei 600 euro prevista dal decreto Aiuti bis (già innalzata rispetto agli ordinari 258,23 euro) a quella di 3.000.

Pochi giorni fa l’Agenzia delle Entrate aveva chiarito che le somme si aggiungono al bonus benzina da 200 euro già previsto; la novità più importante è che, all’interno dei fringe benefits, sono state inserite anche le somme erogate dai datori di lavoro ai dipendenti per far fronte al pagamento delle bollette domestiche. Una circolare delle Entrate ha dettagliato che per utenze domestiche si intendono quelle relative a immobili ad uso abitativo di proprietà o presi in affitto dal dipendente o dai suoi familiari, a prescindere dal fatto che vi abbiano o meno stabilito la residenza o il domicilio. Le bollette che possono essere rimborsate, quindi, possono essere intestate non solo al dipendente ma anche ai familiari, oppure al condominio, come nel caso delle bollette di riscaldamento o di quelle dell’acqua. Per chi è in affitto il rimborso spetta anche per le bollette intestate al proprietario di casa ma per contratto dovute dall’inquilino.

Il rimborso – prosegue la circolare – spetta solo per la parte di spesa effettivamente a carico del beneficiario e non è possibile usufruirne più volte, ad esempio presso altri datori di lavoro. Le somme erogate possono riferirsi anche a fatture che saranno emesse nell’anno 2023 purché riguardino consumi effettuati nell’anno 2022: in questo caso, potranno essere corrisposte al lavoratore dipendente entro il 12 gennaio del prossimo anno. Tenendo conto del bonus benzina, che può essere erogato in aggiunta a questo, con il nuovo decreto si dovrebbe quindi arrivare a 3.200 euro di potenziali fringe benefits esentasse.