Restrizioni Covid Cina: ok del governo di Pechino per un primo allentamento delle misure che riguardano i contatti secondari e i viaggiatori. Una frenata limitata, ma significativa, per il Paese asiatico, l’ultima grande economia al mondo ad aver mantenuto una politica sanitaria rigorosa contro il virus, con controlli capillari sia per i cittadini che per i viaggiatori e vaste quarantene, con l’obiettivo di “sradicare completamente l’infenzione”. Ora uno spiraglio di apertura, nonostante l’aumento del numero di contagi a livello nazionale.

Restrizioni Covid Cina: al via un primo allentamento

Negli scorsi giorni, nel primo incontro dopo il ventesimo Congresso del Pcc tenutosi ad ottobre, i nuovi sette dirigenti del Comitato Permanente del Politburo, il vertice decisionale del partito che comprende anche il segretario generale Xi Jinping, avevano stabilito di mantenere la rigida linea dello “zero Covid”. Ma, nonostante le politiche restrittive per il contenimento del virus, in Cina il numero dei contagi non aveva accennato a diminuire: tra il 9 e il 10 novembre i casi sono passati da 8.176 a 8.800, portando alla cancellazione di più di 700 voli.

Così, alla fine, un primo allentamento c’è stato, con la decisione del governo di Pechino di ridurre la quarantena obbligatoria per i viaggiatori in arrivo in Cina e l’abolizione dell’obbligo di identificazione e di isolamento dei cosiddetti “contatti secondari”. Secondo quanto dichiarato dalla Commissione nazionale per la salute, i viaggiatori che entreranno nel Paese asiatico dovranno trascorrere cinque giorni in un hotel o in una struttura governativa di quarantena, seguiti da tre giorni di isolamento a casa, rispetto ai 10 giorni di quarantena totali previsti dalle attuali regole, di cui una settimana in albergo e tre giorni a casa.

La stessa durata ridotta sarà applicata, d’ora in avanti, anche ai contatti stretti delle persone infette, riducendo al minimo la pratica dirompente della ricerca dei contatti che ha visto milioni di persone essere trasferite in strutture centralizzate. I contatti stretti non saranno quindi identificati, né costretti all’isolamento. Per quanto riguarda i collegamenti internazionali, è stata inoltre prevista l’eliminazione del controverso sistema che penalizza le compagnie aeree per aver portato nel Paese casi di virus.

Pechino cerca così di risollevare l’economia del Paese, afflitta dalle pesanti misure di restrizione anti-Covid, che nelle scorse settimane hanno investito anche uno dei più importanti centri di produzione degli smartphone Iphone, a Zhengzhou, nella provincia dell’Henan, completamente isolata dopo l’aumento dei contagi e con la manodopera ridotta al minimo, tanto da costringere l’azienda di Cupertino a rinviare l’uscita dei nuovi prodotti. Ora, dall’annuncio dell’allentamento delle misure, gli indici azionari cinesi sembrano già aver reagito bene.

Benché la Cina resti uno dei Paesi con il regime di controllo del virus più serrato al mondo, il fatto che l’alleggerimento arrivi in un momento in cui i casi Covid a livello nazionale sono saliti, con focolai anche molto importanti, come quello di Guangzhou, indica un inequivocabile passo indietro sulla strategia zero Covid, con uno spiraglio di apertura.