Aldo Grauso Psicologo dello sport e Professore Università Niccolò Cusano, è intervenuto nel corso della trasmissione “Prisma”, condotta da Andrea Mollas e Cinzia Santangeli su Cusano Italia Tv.
Aldo Grauso Psicologo dello sport e Professore Università Niccolò Cusano: “qualcosa non ha funzionato, dietro a un atleta c’è un uomo”
Quanto è difficile individuare un comportamento strano in un atleta:
“È complicato far esternare discorsi legati alla salute fisica, quello che va detto è che qualcosa non ha funzionato.”
Come un atleta che è messo sotto pressione si aiutare a rimanere concentrato e non essere influenzato da fattori esterni:
“Se l’atleta ha soltanto la performance nella vita come unica forma di interesse, questa cosa non è producente. Per esperienza è quello di far capire all’atleta che non è soltanto un atleta e se l’obiettivo non viene raggiunto questo può essere anche un’opportunità successivamente. Dietro l’atleta c’è un uomo.”
La denuncia
Ad aprire il caso era stato, negli scorsi giorni, lo sfogo di Nina Corradini, seguito da quello di Anna Basta e da un esposto presentato dalla madre di una “farfallina” a ChangeTheGame, associazione da anni impegnata in prima linea per proteggere atlete e atleti dagli abusi nello sport. “Come vi ho creato, vi distruggo” sono le parole che, stando alla donna, l’istruttrice era solita rivolgere a sua figlia, appena 13enne, e alle sue colleghe. Un sogno, quello della ginnastica, che per molte di loro si è trasformato in un vero e proprio inferno, fatto di continue violenze psicologiche.
Comportamenti che, stando a quanto raccontato dalla donna, “non erano sporadici e coinvolgevano anche altre ragazzine, apostrofate con epiteti come ‘ippopotamo’, ‘vitello tonnato’ e ‘cinghiale’”. “Mai avrei immaginato che chi insegna sport potesse abusare del suo ruolo in modo così devastante”. Un racconto che ha acceso i riflettori sul disagio vissuto in palestra da molte ginnaste.
Il commento di Vanessa Ferrari
Penso sia arrivato il momento di esprimere il mio pensiero sui recenti avvenimenti…”, scrive la campionessa italiana e medaglia olimpica a Tokyo 2020. Ho rifiutato interviste per evitare strumentalizzazioni delle mie parole. Quando sono comparse le prime notizie sulle denunce, da parte dei ginnasti di Ritmica e Aerobica, non sono rimasta affatto sorpresa… Anzi, anni fa scrissi un libro nel quale parlai anche di alcuni di questi aspetti. All’alba dei 32 anni, di cui 25 passati nel mondo della ginnastica, voglio dire che ho vissuto tante esperienze positive ma anche tante negative. Durante la mia carriera fortunatamente però ho vissuto anche qualche cambiamento nel mio ambiente e mi spiace che ancora oggi ci siano luoghi dove si verificano questi orrori“.