Sbarcherà nelle prossime ore a Tolone la nave Ocean Viking, battente bandiera norvegese e supportata dall’Ong Sos Mediterranee: al suo interno 231 migranti, tra cui 14 minori e 57 donne, dietro di lei una lunga scia di polemiche diplomatiche tra Francia e Italia.

Questo pomeriggio infatti il ministro dell’Interno francese Darmanin ha definito il nostro Paese come “grande perdente” rispetto alla situazione migratoria delle ultime settimane, “per essere venuto meno ai propri impegni e alla solidarietà europea”. Parole a cui seguono “conseguenze estremamente forti nelle relazioni bilaterali ed europee“: la più immediata è la sospensione dell’accordo con l’Italia per la redistribuzione di 3.500 profughi che attualmente si trovano nei nostri confini.

Migranti, dopo Ocean Viking la Francia sospende la ricollocazione

Sembra profonda la rottura tra Francia e Italia dopo l’incidente diplomatico della nave Ocean Viking, i cui 231 migranti sono attesi in serata al porto di Tolone.

Sempre riprendendo il discorso di Darmanin, quest’ultimo ha invitato gli altri Paesi dell’Ue a sospendere gli accordi di ricollocamento dei profughi secondo gli accordi già in essere. La ciliegina sulla torta è costituita dall’annuncio della richiesta di un incontro urgente con la Commissione Europea e la Germania (l’altro Paese più coinvolto sul dossier migratorio) per “analizzare le conseguenze dell’atteggiamento italiano e regolare le azioni di soccorso del Mediterraneo.

La replica dell’Italia arriva tramite le voci del ministro degli Esteri Tajani e degli Interni Piantedosi.

L’ex coordinatore di FI definisce “sproporzionata” la reazione francese, ricordando come Parigi (che accoglierà un terzo degli ospiti dell’Ocean Viking) abbia ricollocato solamente 117 persone rispetto alle 8mila degli accordi. Tajani ribadisce la necessità di “trovare soluzioni a livello europeo” perché il problema dell’immigrazione riguarda l’intero continente e va affrontato alla radice, dialogando con i Paesi del Nord Africa. Poi l’annuncio di una prossima visita in Kosovo e Serbia per arginare anche la rotta balcanica.

Il numero uno del Viminale definisce a sua volta “totalmente incomprensibile” la reazione francese, ricordando le cifre che il Ministero conserva sugli sbarchi in Italia: oltre 90mila da inizio anno. La linea del governo italiano è netta, per Piantedosi “l’Italia non può e non deve tollerare richiami alla solidarietà dall’esterno e accettare condizioni che altri non sono disposti ad accettare”. Inaccettabile imporre il principio secondo cui “l’Italia sia l’unico approdo in Europa” invocando poi una “solidarietà europea che viene solo sbandierata”.