L’imposizione di un tetto al prezzo del gas in Europa non sarà sufficiente a limitare i rincari, per questo sarà fondamentale investire in infrastrutture che consentano una migliore gestione del gas naturale liquefatto. Lo ha detto l’amministratore delegato dell’Eni Claudio Descalzi, a margine di un convegno tenutosi a Bruxelles.
Le condizioni per ridurre i prezzi dell’energia non sono solo quelle di avere un price cap. Perché noi lo abbiamo avuto e stiamo sostituendo, chi può, il gas russo. Ma visto che parliamo di 150-170 miliardi di metri cubi all’anno, le condizioni sono diversificare le fonti di approvvigionamento, quello che stanno facendo un po’ tutti, con il Qatar, gli Usa, il Nordafrica o l’Africa subsahariana, come sta facendo Eni, ma anche investire in infrastrutture. Bisogna investire in rigassificatori, come stiamo facendo noi e altri, e in America costruire nuovi liquefattori. In tutto questo bisogna capire qual è il ruolo del gas in Europa: perché se il gas non ci fosse in Europa nel prossimo futuro, gli investimenti non si possono fare. E allora è un cane che si morde la coda.
Gas, Descalzi (Eni): “Rigassificatori immediatamente”
A chi gli chiede se per quest’inverno l’Europa dovrebbe essere tranquilla sul fronte degli approvvigionamenti di gas, l’ad dell’Eni è chiaro: la necessità di nuovi impianti di rigassificazione è urgente più che altro in ottica futura. Si tratta, infatti, di infrastrutture indispensabili per importare il gas naturale liquefatto che servirà a riempire gli stoccaggi in vista del prossimo inverno.
In linea di principio è corretto dire che per quest’inverno dovremmo stare tranquilli sul fronte degli approvvigionamenti di gas, nel senso che abbiamo avuto i primi sei mesi del 2022 con il gas russo all’80%, dopodiché è scemato e ora siamo sotto il 10%. Nei primi sei mesi fino a giugno-luglio abbiamo avuto il gas russo che ci ha permesso di riempire gli stoccaggi. Il riempimento degli stoccaggi ogni anno è fondamentale per superare l’inverno, perché i flussi in offerta non riescono a soddisfare i picchi di freddo, e quindi di richiesta di gas. L’anno prossimo ci troveremo a marzo, quando ormai gli stoccaggi saranno ‘sgonfiati’, nella necessità di avere del gas per poter fare la stessa operazione che abbiamo fatto quest’anno e che facciamo ogni anno.
Il rischio, in mancanza di investimenti, è insomma quello di un grande spreco di risorse.
Noi in Italia abbiamo sostituito parzialmente il gas russo con circa 7 mld di metri cubi che vengono da diverse parti del mondo attraverso il gas naturale liquefatto. Le nostre facilities, i nostri impianti di rigassificazione, sono occupati fortunatamente fino al 2026. Quindi questi 7 mld di metri cubi che dovrebbero rimpiazzare parzialmente il gas russo e non trovano rigassificatori, vanno da altre parti. Questa è la criticità che dobbiamo affrontare: rigassificatori immediatamente.
Infine:
Sicuramente il governo ha accompagnato con grande efficienza ed efficacia. Avere il governo con noi dà molta più solidità ai contratti e rassicura molto di più rispetto alla concorrenza, perché non siamo i soli a cercare gas. Poi è vero che il gas è nostro, ma noi abbiamo dei partner, abbiamo Stati che ci ospitano e che hanno da dire la loro su dove debba andare il gas. Il governo è fondamentale nell’azione di reperimento e consolidamento dell’azione fatta dal governo precedente.