Enrico Letta punta il dito contro l’opposizione. Il segretario dem ha scritto al Corriere della Sera, rivolgendo attraverso il quotidiano un appello contro M5S e Terzo polo. Il suo messaggio dirige l’accusa ad un opposizione in cui sono “Tutti contro il Pd“: un atteggiamento considerato deleterio ai fini di un sano contrasto alle scelte di governo. Ecco alcuni estratti della lettera inviata:
Caro direttore,
come prima, peggio di prima. Per M5S e Terzo polo la nuova legislatura è iniziata come era finita la precedente. Tutti contro il Pd: Calenda, Conte e Renzi sono ancora in campagna elettorale. Stessi i toni, simili le forzature dialettiche, a dimostrazione che, quando si tratta di piccoli interessi di parte, alla fine possono emergere paradossali affinità elettive anche tra chi ha passato anni a farsi reciprocamente la guerra e a porre a noi estenuanti veti incrociati. Nel mentre la destra ha vinto le elezioni e Giorgia Meloni governa l’Italia. Eppure, tutti e tre ritengono che fare opposizione al Pd sia più redditizio che fare opposizione al governo più a destra della storia della Repubblica.
Letta: “L’Italia avrebbe bisogno di opposizione solida”
Letta evidenzia come, già dalle prime battute, il governo Meloni abbia compiuto delle scelte che richiedono una forte contrapposizione da parte delle forze di minoranza. Urge, dunque, unire le forze.
Chi fosse Giorgia Meloni e che tipo di posizionamento avesse la sua coalizione era noto prima del voto. Noto a noi, quantomeno. L’esordio del governo ha surclassato ogni previsione. Un debutto a base di selezione anticostituzionale dei migranti, tentativi di compressione della libera espressione del dissenso, afonia sul lavoro e contro il caro vita, tentennamenti sulla politica economica. Dalle promesse elettorali a una navigazione subito incerta e con una visione di cortissimo respiro. Di fronte a questo l’Italia avrebbe bisogno di un’opposizione doppiamente solida, in grado di convogliare tutte le energie per contrastare la destra anzitutto sulle misure contro recessione, inflazione, malessere sociale.
Tra le righe, l’occasione per comunicare una profonda riorganizzazione tra le fila del Partito. Letta annuncia anche una imminente manifestazione in programma nelle piazze per il prossimo dicembre.
Nessuno sa chi diverrà il nuovo segretario del Pd perché saranno aderenti, iscritti ed elettori a deciderlo. E sarà un congresso efficace proprio perché l’esito non è scontato e perché noi, e solo noi, abbiamo il coraggio e la forza di porci domande scomode fin qui inevase. Su questo il nostro congresso costituente è una sfida alla politica, personale ed egoriferita, dell’Italia contemporanea. Riscriveremo il Manifesto dei valori, fermo al 2007: pre Lehman Brothers, pre Brexit, pre Trump, pre Covid, pre Ucraina. Col congresso fisseremo l’agenda della nostra opposizione, nel Paese e in Parlamento. Ci saranno, da qui a Natale, eventi pubblici e una grande mobilitazione, nei nostri circoli e attraverso una larga consultazione su tutti i nodi principali, tematici e organizzativi. E a dicembre porteremo in piazza gli italiani che chiedono una politica degna per dare protezione a cittadini, lavoratori e imprese dal carovita e dalle tante difficoltà di questo tempo tormentato.
Lettera Enrico Letta, la replica di Calenda: “No a piagnistei”
Il segretario conclude sottolineando la qualità del Pd, considerato “un grande partito nazionale capace di unire il Paese e non di dividerlo tra Curva Nord e Curva Sud, coi rispettivi ultrà a soffiare sul fuoco del rancore, del disagio, della paura”.
Non si è fatta attendere la piccata replica di Calenda in un tweet. Il fondatore di Azione ha parlato di “Piagnistei” da parte del segretario Pd.