Quota 41 per tutti ultimissime. Ieri il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha incontrato le parti sociali a Palazzo Chigi. Sul tavolo anche il dossier pensioni.
Quota 41 per tutti ultimissime
Secondo Giorgia Meloni “siamo nel mezzo di una crisi internazionale sociale, usciamo da una pandemia, c’è una crisi energetica in corso, un aumento dei costi delle materie prime, un’inflazione vicina al 10%, salari inadeguati, pensioni di oggi basse e quelle future che rischiano di essere inesistenti”. L’approccio è “di totale apertura e rispetto. Dove ci porterà questo confronto dipenderà dell’approccio e dalla disponibilità di ciascuno di noi”, chiarisce Meloni.
La reazione dei sindacati
Una disponibilità “formale” al “confronto” ma senza, al momento, “risposte”. Così il segretario della Cgil, Maurizio Landini, ha riassunto l’esito dell’incontro. “Sul piano formale – ha spiegato fuori da Palazzo Chigi – il presidente del Consiglio ha dichiarato una grande disponibilità a un confronto sui vari temi da affrontare anche per le scelte strategiche che devono essere fatte. Ha dichiarato che considera il rapporto con le parti sociali molto importante. Sul piano formale questo è un elemento su cui abbiamo dichiarato la nostra piena disponibilità al confronto, alla discussione e ad avanzare proposte. Nel merito ad oggi noi risposte non ne abbiamo avute”.
Le soluzioni in campo
Nelle ultime settimane i tecnici hanno valutato diverse ipotesi: dal restyling di Quota 102 da realizzare con un primo assaggio di Quota 41 e da Quota 104, che avrebbe l’impatto più contenuto su conti pubblici, fino alla Quota 103 in formato flessibile e alla “doppia” Quota 102. La scelta definitiva dipende dall’incognita dei costi e dalle richieste delle parti sociali.
La Quota 102 “rivista”, con 41 anni di versamenti e 61 d’età, impatterebbe maggiormente sui conti pubblici già il primo anno e anche a regime, mentre la Quota 104 (41 anni di contributi e 63 anni d’età) sarebbe quella meno costosa ma anche la più lontana dalle richieste dei sindacati. Quota 103 potrebbe diventare così in un possibile punto di compromesso, magari in una versione in parte flessibile partendo una soglia anagrafica minima di 61 anni. Ma c’è chi ha evocato la Quota 102 flessibile e anche la “doppia” Quota 102 affiancando all’attuale versione, modellata sui 64 anni d’età e 38 di contribuzione, quella con lo schema “61+41”.