Per la prima volta in assoluto Liliana Segre, simbolo di memoria e mitezza, indossa l’elmetto e annuncia battaglia giudiziaria ai no-vax. Il motivo riguarda le minacce e le offese che la senatrice a vita ha ricevuto negli ultimi mesi per i suoi appelli alla vaccinazione. A tal proposito, la superstite della Shoah ha sottolineato di aver “avviato le pratiche per ricevere la quinta dose”.
Liliana Segre e i no-vax, un confronto di lunga data
L’esistenza di Liliana Segre, 92 anni e sotto scorta, “libera e senza paura” si scontra per la prima volta in maniera esplicita con le parole d’odio di una frangia di no vax tramite offese sui social o persino lettere firmate. Un clima che ha esasperato la senatrice a vita al punto da indurla a denunciare coloro che le riferiranno altre ingiurie in futuro. Niente più silenzio anche perché, sottolinea, “è di cattivo gusto augurarmi di morire alla mia età”.
Con grande coraggio Segre si è esposta pubblicamente sul tema dei vaccini anti covid-19, trovando una durissima e feroce opposizione mediatica da parte di chi contestava gli effetti collaterali e l’efficacia del siero. La sua ultima dichiarazione risale a pochi giorni fa, quando ha confessato che lei “sarebbe stata molto più severa sul reintegro dei medici no vax” annunciata dal ministro della Salute Orazio Schillaci e diventata operativa lo scorso primo novembre. Naturalmente, ha precisato che il suo parere “non è quello di un laureato in medicina, pertanto il mio giudizio va inteso come strettamente personale”.
La fronda dei no-vax è inoltre una sorta di dejà-vu rispetto a chi inneggia all’antisemitismo. Lei stessa definisce tutto questo “un odio antico che non si è mai interrotto ma che viaggia dietro l’anonimato garantito dalla tastiera”. Nel confessare il sentimento che la anima, Liliana Segre è convinta che “a volte si scaglino contro di me per partito preso, per rendersi interessanti“. E fino ad oggi era sempre riuscita a far valere l’indifferenza e a far cadere nel vuoto simili manifestazioni di protagonismo, ora non più ignorabili.