Sembra non conoscere tregua il continuo lancio di missili da parte della Corea del Nord: le autorità sudcoreane hanno infatti riferito di aver intercettato una nuova esplosione che ha concluso la sua corsa tra le acque giapponese e quelle della Corea del Sud.
Stando ai rilevamenti della Difesa Maggiore di Seul, il missile era a corto raggio e ha viaggiato per circa 300 chilometri a un’altezza massima di 30 chilometri.
Corea del Nord a manetta sui lanci di missili
Sebbene l’esercitazione congiunta tra Corea del Sud e Stati Uniti si sia conclusa lo scorso sabato, la Corea del Nord continua a lanciare missili come fossero candeline: impressionante la frequenza di KN-23 e KN-24 (i missili a corto raggio più diffusi a Pyongyang) sparati da Kim jong-un tra settembre e novembre (35 solamente negli ultimi dieci giorni).
A metà tra dissenso e provocazione, la Corea del Nord non pare avere alcuna intenzione di fermarsi nonostante Kim si sia detto “soddisfatto” in passato sul livello raggiunto nel ramo atomico dal suo Paese. Parallelamente, i tecnici della balistica militare di Seul hanno recuperato i resti del missile che la scorsa settimana era caduto a soli 50 chilometri dalle coste nordorientali del Sud: non si tratta di un KN-23 come ipotizzato in prima battuta, bensì di un missile terra-aria SA-5 particolarmente diffuso nell’esercito sovietico. Il suo scopo principale è quello di abbattere bombardieri e altri dispositivi che viaggiano ad alta quota.
La tensione tra le due Coree non è mai stata così alta da diverso tempo a questa parte, a testimonianza che gli accordi stipulati nel 2018 tra Kim e l’ex premier sudcoreano Moon non sono più rispettati da Pyongyang. Il suo successore, Yoon, ha mostrato grande sicurezza nelle ultime uscite pubbliche in merito alla pronta risposta del suo Paese se l’escalation dovesse degenerare. Tuttavia, la Corea del Sud è intenzionata a non lasciare nulla al caso e ha in programma di costruire un nuovo stabilimento dove effettuare test all’avanguardia. La sua location sarà a circa 100 chilometri dalla capitale Seul, sulle coste del Mar Giallo, e impiegherà una massiccia quantità di risorse economiche (si parla di circa 25 milioni di dollari): la fine dei lavori è prevista per il 2026, ma fino ad allora chissà quante cose saranno cambiate a livello geopolitico.